A lanciare l’allarme è la Società italiana di Psichiatria

Anche una volta terminata, la pandemia potrà avere ripercussioni notevoli sulle persone, a livello psicologico-mentale, causando il cosiddetto disturbo post-traumatico da stress – in inglese, Post Traumatic Stress Disorder (PTSD) –, una forma di disagio mentale che si sviluppa in seguito a esperienze fortemente traumatiche che presenta effetti a lungo termine e a volte cronici. A lanciare l’allarme è la SIP, la Società italiana di Psichiatria, sottolineando che sono a rischio un italiano su tre, con le donne maggiormente esposte. L’insonnia e la depressione i sintomi principali. Il trauma da pandemia può colpire chiunque, indistintamente: a rischio ci sono sia pazienti guariti dal Covid-19, operatori socio-sanitari, familiari delle vittime e chiunque sta subendo indirettamente l’emergenza sanitaria. Secondo alcuni studi, revisionati dalla Società italiana di Psichiatria, il 96% dei sopravvissuti al virus sperimenta infatti i sintomi della Sindrome Post Traumatica da Stress, fino anche a tentare il suicidio. Si tratta di casi estremi. Fondamentale, però, tenerne conto (se tu o qualcuno che conosci ha dei pensieri suicidi, puoi chiamare il Telefono Amico allo 02 23272327, ogni giorno dalle 10 alle 24, oppure via WhatsApp 345 0361628). A rischiare di più sono coloro che hanno vissuto l’incubo della ventilazione meccanica: fino a uno su due di questi pazienti è a rischio di sviluppare disturbi psichiatrici come la PTSD con allucinazioni, ricordi di panico e ansia che potrebbero persistere anche fino a 5 anni di distanza. Meno consistenti, ma comunque rilevanti, le percentuali degli operatori sanitari a rischio: da una metanalisi su un totale di 69.499 lavoratori, emerge un’incidenza del PTSD dal 7,4% al 37,4% con sintomi da uno a tre anni di distanza. Le analisi mostrano che le condizioni di isolamento, la perdita di libertà, le preoccupazioni per gli effetti del contagio su una gravidanza hanno avuto un impatto significativo sull’equilibrio psichico di molte persone. Se ansia, insonnia, frustrazione e irascibilità si protraggono per oltre tre settimane «è necessario rivolgersi allo specialista», avverte il co-presidente della SIP, Massimo di Giannantonio, sottolineando che «la telemedicina, in particolare, permette oggi di fornire un’alternativa efficace di supporto psicoterapico».