Rallentamento per l’operazione che dovrebbe portare al rilancio dei due siti

Uno dei tanti, ma sicuramente uno dei più urgenti da affrontare. I nuovi ministri dello sviluppo economico e del lavoro del governo Draghi, appena saranno nominati, si dovranno confrontare con la vicenda che riguarda i circa 400 dipendenti della ex Embraco di Riva di Chieri e i 300 della Acc di Mel in provincia di Belluno, due aziende che, per effetto degli accordi sottoscritti con l’uscente Stefano Patuanelli, sono ormai legate a stretto mandato. A fronte del progressivo abbandono della Whirlpool, che, come noto, ha colpito anche lo stabilimento di Napoli, il progetto avanzato sulle due sponde di via Veneto è stato quello di promuovere una joint venture fra i due siti, con la realizzazione di compressori di refrigerazione nello stabilimento veneto e di motori in quello piemontese, il tutto per un totale di sei milioni di pezzi assemblati. La crisi di governo, però, preoccupa le federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che continuano la mobilitazione in Piemonte e in Veneto. Ai rappresentanti sindacali infatti non appare giustificabile il ritardo che si sta accumulando nel rilascio delle garanzie da parte di Sace. Sul futuro dei 700 lavoratori dei due siti pende inoltre la decisione della Commissione europea che ha acceso un faro sull’intera operazione, al fine di valutare la congruità della stessa rispetto alle regole comunitarie, in particolare sugli aiuti di Stato.