Secondo i due leader del centrodestra, le elezioni darebbero al Paese un governo «forte e coeso» capace di far uscire il Paese da questa crisi

«Per noi la via maestra resta il voto». Il leader della Lega, Matteo Salvini, è tornato a ribadirlo, nel giorno in cui Mario Draghi ha accettato con riserva l’incarico offertogli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di formare un nuovo governo. «Il problema, non è il nome della persona. E io l’ho anche detto a questa persona. Il punto è che cosa vuole fare e con chi», ha osservato Salvini in un’intervista al Corriere della Sera, in attesa di incontrare l’ex presidente della Banca centrale europea. A Draghi, il leader leghista chiederà «un impegno a non aumentare alcun modo le tasse». E quindi? «No alla patrimoniale, no agli aumenti dell’Imu». «Chiunque voglia governare con la Lega, si chiami Draghi, Cartabia o Cottarelli, deve saperlo. E flat tax al 15% e pace fiscale sulle cartelle esattoriali», ha aggiunto. L’attuale emergenza sanitaria, che non dovrebbe comunque rappresentare un ostacolo per delle eventuali elezioni – nei prossimi mesi, sono chiamati al voto milioni di europei, nonostante il rischio di contagio –, sta avendo un impatto devastante sull’economia italiana, rendendo vitali alcuni provvedimenti: «Le parole chiave sono lavoro, tasse e pensioni», ha osservato Salvini, ribadendo un «no assoluto alla fine di quota 100». Il motivo? «Qui rischiano di saltare due milioni di posti di lavoro, non si può pensare di tornare alla Fornero». E poi «un piano di apertura dei cantieri e un piano di rilancio delle infrastrutture che noi abbiamo dettagliato nel nostro Recovery plan». Secondo Salvini, «si possono approvare rapidamente su queste priorità e poi andare al voto a maggio o giugno. Entro l’11 aprile si può concludere il lavoro di approvazione delle misure urgenti per il Paese». Sulla stessa linea, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: «In democrazia i cittadini sono padroni del proprio destino attraverso il voto. Soprattutto quando la situazione è difficile», ha twittato, poco dopo la scelta di Mattarella di convocare Draghi. Scelta che Meloni non ha condiviso: «Il Presidente valuta più opportuno rischiare un governo che per due anni avrà molte difficoltà a trovare  soluzioni efficaci per gli italiani. Noi, invece, pensiamo sia decisamente meglio dare la possibilità agli italiani di votare, per avere una maggioranza coesa e forte».