Una soglia superata solo nel 1920 e durante la Seconda guerra mondiale. A questo dato, drammatico, se ne aggiunge un altro: le nascite potrebbero non raggiungere quota 400 mila

La pandemia ha avuto ripercussioni sulla demografia italiana. Seppure è ancora difficile stabilirne con esattezza l’impatto, una cosa sembra inevitabile: «Il passaggio oltre i 700 mila morti annui appare pressoché certo ed è la risultante di un conteggio che aggiunge ai 665 mila decessi stimati, via ANPR, a tutto novembre 2020 altri 62 mila casi attribuibili al mese di dicembre», osserva il presidente dell’ISTAT, Gian Carlo Blangiardo, nell’analisi Primi riscontri e riflessioni sul bilancio demografico del 2020, pubblicata sul sito dell’istituto, sottolineando che i decessi potrebbero raggiungere quota 726 mila, la metà dei quali nel Nord del Paese, pari a una media giornaliera di 1.990 casi (223 morti in più rispetto alla media dell’ultimo quinquennio). Negli ultimi cento anni, la soglia dei 700 mila decessi è stata superata soltanto nel 1920 e nel pieno della Seconda guerra mondiale. A preoccupare non c’è soltanto un numero di decessi così elevato: per la prima volta dall’Unità d’Italia, i nati potrebbero essere meno di 400 mila. Questa volta, però, la pandemia centra poco: i dati sulle nascite, avvenute tra gennaio e agosto 2020, «testimoniano un calo di nati del 2,3%». «Tale andamento, se mantenuto per il successivo bimestre settembre-ottobre, ancora legato a concepimenti del tutto Covid-free, porterebbe il totale dei nati nei primi dieci mesi del 2020 a 343 mila unità» e le nascite tra novembre e dicembre – la media dell’ultimo quinquennio si è attestata rispettivamente a 36.665 e 38.594 nati, ma con una tendenza al ribasso – non dovrebbero permettere di sfondare quota 400 mila. Se le stime venissero confermate, il saldo tra nascite e morti sarebbe negativo oltre le 300 mila unità. «Un risultato che, nella storia del nostro Paese, si era visto unicamente nel 1918, allorché l’epidemia di “spagnola” contribuì a determinare circa metà degli 1,3 milioni dei decessi registrati in quel catastrofico anno», osserva Blangiardo, riportando un numero che conferma la drammaticità del momento che stiamo vivendo.