Contratto di Governo? Più che altro sedie rotanti nei dicasteri: oggi seconda giornata di lavori del tavolo programmatico, concluso con una frizione più che un compromesso sulla Giustizia

Come procedono i lavori del tavolo programmatico di iniziativa del presidente della Camera sulla base del mandato esplorativo ricevuto dal presidente della Repubblica? Il tavolo è andato avanti un paio di ore in più del previsto, fino alle 15 anziché alle 13. Anche ieri i lavori si sono protratti fino alle 21 con tantissimi nodi da sciogliere: tra i quali, Mes e Reddito di cittadinanza. Tema del confronto di oggi, la giustizia e ambiente e scuola, sui quali per il Pd ci sarebbe una «significativa convergenza». Sulla giustizia Andrea Orlando, vicesegretario del Pd, ha proposto un “lodo”, che ha trovato favorevole il M5s, ma non Iv. Matteo Renzi avrebbe detto ai suoi: «Fino ad ora non c’è stato nessun elemento di discontinuità, vogliono mantenere tutto così, uguale, come se nulla fosse accaduto». Mentre per i quotidiani di oggi quello di cui in realtà si starebbe discutendo, tra ieri e oggi, è un mero “totoministri”. Al di là del nome del presidente del Consiglio, quello di Giuseppe Conte sembrerebbe essere diventato di giorno in giorno più sacrificabile, il M5s vuole la conferma di tutti i suoi. In alternativa sarebbe disposto a sacrificare Bonafede e Catalfo, salvando però Azzolina. Si dovrebbero lasciare invariati alcuni nomi, come ad esempio quello di Roberto Gualtieri, ma Italia viva chiede quattro ministeri, ad esempio Mise, Infrastrutture, Lavoro o Interno. Stefano Patuanelli, allora, potrebbe essere spostato per riassestare gli equilibri nel M5s, in caso di perdita delle caselle Bonafede e Catalfo. Addirittura si sta pensando alla riedizione di due vice premier che potrebbero essere Luigi Di Maio e lo stesso Andrea Orlando.
In ogni caso, stasera il presidente della Camera dovrà riferire al capo dello Stato sulla fattibilità di un Conte ter. Italia Viva però ci resterebbe male se, dopo tutto il polverone alzato, si dovesse tornare al punto di partenza per il quale era scoppiata la crisi ovvero “il metodo” Giuseppe Conte. Ma il Capo dello Stato a sua volta vorrebbe continuità almeno per i ministeri ai quali fanno capo la crisi sanitaria e il Recovery Plan. Quest’ultimo è nelle mani anche del ministero dell’Economia, quindi di Roberto Gualtieri, oltre che dell’ex presidente del Consiglio, e resta uno dei documenti, se non il documento, più contestato del Conte bis. Quale sarebbe allora il patto di fine legislatura o il contratto di Governo intorno al quale ritrovare rinsaldata quella maggioranza, con qualche “innesto” in più proveniente dal gruppo misto, solo qualche giorno fa deflagrata? Tra qualche ora lo sapremo.