Procedono al rilento le trattative sul programma tra Pd, M5s, Iv e LeU. Scettico, il leader della Lega: «Non troveranno un accordo»

«Mi aspetto che finisca la crisi. Il Parlamento è fermo da settimane». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, aggiungendo anche una previsione sull’epilogo delle trattative tra il Partito democratico, Movimento 5 stelle, Italia viva e Liberi e Uguali, le stesse formazioni politiche che sostenevano il Conte II e adesso sono al lavoro per dare vita a un nuovo governo, evitando il ritorno alle urne. Secondo Salvini, però, «non troveranno un accordo e dovranno restituire la parola agli italiani». Il motivo: «C’è nel governo chi ha approvato “quota 100” insieme a noi e il PD vuole cancellarla». Quale sarà l’esito delle trattative, solo il tempo saprà dirlo. Al momento, tuttavia, appare evidente che i lavori sul programma, che dovrebbe permettere alla maggioranza di ricucire lo strappo causato da Iv, procedono al rilento: al termine di una riunione durata tre ore, alla Camera, i capigruppo delle forze di maggioranza hanno archiviato il punto uno, sulle politiche attive del lavoro, concludendo, secondo indiscrezioni riportate dalle agenzie di stampa, che il documento della maggioranza del 2 dicembre 2020 contiene considerazioni tutt’ora valide. Il tempo scorre e a Pd, M5s, Iv e LeU non ne resta molto: domani il presidente della Camera, Roberto Fico, al quale il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha conferito un mandato esplorativo per verificare la possibilità di formare un nuovo governo, dovrà riferire al Quirinale. «Alla fine di questa settimana avremo, spero, il nuovo Governo. Dovrà essere all’altezza delle sfide di questo periodo», si augura nella sua e-news il leader di Italia viva, Matteo Renzi, rivendicando la decisione di innescare la crisi di governo: «Finalmente, grazie a noi, si discute di contenuti», sottolinea l’ex premier. Di nomi, però, prima o poi si dovrà parlare e a quel punto le forze politiche, coinvolte nelle trattative, dovranno trovare (necessariamente) un accordo. A margine di un evento della Regione Lazio, il segretario del PD, Nicola Zingaretti, ribadisce che Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri sono intoccabili: «Questa è una di quelle cose che non vanno nemmeno ripetute, altrimenti diventa una notizia». I nomi non rappresenteranno un problema, assicura Ettore Rosato, coordinatore nazionale di Iv, a L’Aria che tira su La7: «Quando mai abbiamo messo in campo la questione dei nomi? Le preoccupazioni sono altre: la crisi economica, sanitaria ed educativa».