Troppi ritardi negli ospedali, nelle scuole, nei trasporti e nelle forze dell’ordine

Con i vaccini per il Covid-19, si rischia l’ennesimo contro circuito, dopo la difficile gestione delle malattie e del periodo di quarantena fin dai primi giorni, con i datori di lavoro preoccupati per le conseguenze penali in caso di positività. Il ritardo nella fornitura delle dosi sta, infatti, avendo ripercussioni su diverse categorie di lavoratori e lavoratrici. Come noto, il ritardo nella fornitura da parte della Pfizer ha avuto effetti negativi su tutto il cronoprogramma; ora, il via libera da altre case, se permette, in parte, di far ripartire l’intera macchina, rischia di aprire una falla enorme in tutta una serie di categorie di dipendenti pubblici. Astrazeneca, il secondo vaccino che ha avuto il via libera, viene, infatti, accompagnato dall’avvertenza di evitare la somministrazione alle persone con più di 55 anni, almeno fino a quando non se ne è accertata la piena efficace. Il problema in Italia è che, vista l’età media piuttosto alta, resterebbero fuori tante categorie di lavoratori pubblici, dalla scuola all’assistenza passando per le forze dell’ordine, che hanno contatti quotidiani con i cittadini per ragioni diverse. Insomma, un problema di non poco conto che potrebbe costringere il governo e le regioni a rivedere gli obiettivi a breve termine e non solo. Di sabato, intanto, la dura polemica del personale medico e sanitario con il dito puntato sulla cattiva gestione dell’intera operazione vaccinazione.