La quarta missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è dedicata all’istruzione e alla ricerca, con risorse rispettivamente di 16,72 miliardi e di 11,77 miliardi di euro. Due le componenti, la prima delle quali – Potenziamento delle competenze e diritto allo studio – prevede un pacchetto di riforme: sistema di reclutamento dei docenti; formazione in servizio per il personale della scuola; sviluppo delle competenze STEM e digitali nei vari gradi di istruzione; sistema degli Istituti tecnici superiori (ITS) e degli istituti tecnici e professionali (ITP); sistema di orientamento tarato sugli studenti del quarto e quinto anno superiori; semplificazione delle procedure per le lauree abilitanti; disciplina degli ordinamenti delle classi di laurea; dottorati; edilizia universitaria, residenze universitarie e borse di studio. Prevista anche l’implementazione del fondo tempo pieno scuola, con potenziamento delle scuole dell’infanzia e delle classi primavera nonché una azione per ridurre il divario territoriale e l’abbandono scolastico. Il piano asili nido pone l’obiettivo della copertura del 35,1% entro il 2026. La trasformazione digitale delle scuole passa anche dal cablaggio degli istituti e dalla realizzazione di aule didattiche dedicate. L’attività della seconda componente – Dalla ricerca all’impresa – è volta a potenziare le relazioni fra pubblico e privato, anche attraverso lo sviluppo delle iniziative IPCEI (importan project of common european interest). Si punta quindi sui partenariati, sul finanziamento delle attività dei giovani ricercatori, sugli accordi per l’innovazione, sull’accesso alle risorse di Horizon Europee; sul fondo programma nazionale della ricerca (PNR); sui nuovi PRIN (progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale). Il successivo trasferimento dei risultati dovrebbe avvenire tramite la creazione di cosiddetti ecosistemi dell’innovazione più sette centri attivi in altrettanti domini tecnologici su intelligenza artificiale (sede Torino), ambiente e energia, quantum computing, idrogeno, biofarma, agri-tech (Napoli), fintech (Milano). Previsti infine dei dottorati innovativi. A commento, si osserva come se è vero che i punti centrano alcune delle maggiori problematiche, compreso lo scarso collegamento fra istruzione e mondo del lavoro, è pur vero che il tutto si presenta largamente indefinito soprattutto sulla tempistica e sulla quantificazione degli obiettivi da raggiungere. Non è neanche chiara l’interazione che si avrà con gli enti locali, considerando le disposizioni vigenti che prevedono specifiche funzioni a livello comunale, provinciale e regionale.