di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

In tv è tutto un susseguirsi di nomi di papabili, da Conte in poi, per ricoprire la carica di Presidente del Consiglio. Poi ci sono altri nomi, quelli dei cosiddetti “responsabili”, deputati e senatori saliti alla ribalta non per la propria attività politica, ma per essere ora funzionali a questo o quel progetto di nuova maggioranza. Il dibattito ruota attorno ai nomi, mentre agli italiani interessa sapere non solo chi andrà al governo, ma soprattutto quale sarà il progetto politico, quali le prossime misure da mettere in campo per il Paese. Va detto che la crisi è nata per questioni di merito – come usare il Recovery Fund, cosa fare col Mes – piacciano o meno le proposte di Renzi. E nel merito andrebbe risolta. Non è sufficiente, infatti, pensare solo a racimolare i voti necessari a creare un governo raffazzonato che vada avanti nel solco del Conte 2. I significativi problemi nella gestione della crisi sanitaria ed economica, i dati sull’altissimo numero di vittime e quelli sul tracollo del sistema produttivo sono chiari e lampanti, e imporrebbero, oltre che una buona dose di autocritica da parte dell’esecutivo uscente e dei partiti che lo hanno sostenuto, nessuno escluso, un cambio di passo al governo che verrà, qualunque sia l’esito politico della crisi. Ieri Bankitalia, ad esempio, è stata esaustiva nel descrivere la situazione economica nella quale ci troviamo, prevedendo, con un calcolo tra l’altro al ribasso, entro il 2022 il fallimento di 6.500 imprese a causa della forte contrazione del Pil, per quest’anno valutata a -9 punti percentuali. Altra incognita, conseguente a questa, è quella che riguarda il destino di migliaia di lavoratori dipendenti – un milione e mezzo in base alle ultimissime stime – che sarebbero a rischio concreto di perdere il posto di lavoro, quando scadranno, e prima o poi dovrà necessariamente accadere, il blocco dei licenziamenti in atto e la Cig Covid. Il nuovo governo, di qualunque colore sarà, dovrà affrontare questo enorme scoglio economico e sociale come il Conte 2 non ha saputo, con tutta evidenza, fare. Noi dell’Ugl riteniamo che sia indispensabile, data la gravità della situazione, non solo venire presto a capo della crisi, con un nome capace di riunire una maggioranza solida o ancor meglio col riscorso al voto, ma soprattutto poter contare su un nuovo esecutivo che affronti con determinazione e lungimiranza la minaccia della pandemia e della crisi economica. Un governo coraggioso, che sia in grado non solo di tamponare i danni causati dal Covid, ma di innescare ripresa economica e speranza sociale, attraverso misure incisive e dirompenti. Tramite uno ‘shock’ fiscale senza precedenti, nel segno della flat tax, a sostegno di imprese e lavoratori, mediante un saldo e stralcio delle cartelle esattoriali per liberare le aziende da un carico fiscale ormai insostenibile, fornendo loro la liquidità necessaria per far fronte ai pagamenti e alle scadenze urgenti. Un esecutivo, al di là del nome del Premier, capace di guardare in faccia la realtà della crisi che stiamo vivendo e di conseguenza pronto ad agire per salvaguardare la credibilità del Paese e il futuro dei cittadini.