Il nostro Paese è al 20esimo posto tra i 27 Stati membri dell’Ue

Annualmente, Trasparency International pubblica un dossier sulla percezione della corruzione in 180 Paesi, tra questi c’è anche l’Italia. Nella classifica relativa al 2020, il nostro Paese occupa il 52esimo posto – lontanissimo dal primo gradino del podio occupato da Danimarca e Nuova Zelanda, con 88 punti –, una posizione in meno rispetto allo scorso anno, nonostante un punteggio identico: 53. Breve appunto: la valutazione è fatta sulla base di 13 strumenti di analisi e di sondaggi a esperti provenienti dal mondo del business e il punteggio finale è determinato in base ad una scala da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita). Occupano le ultime posizioni della classifica, Siria, Somalia e Sud Sudan, con un punteggio, rispettivamente, di 14, 12 e 12. Chi ha realizzato il rapporto osserva che l’indice della percezione della corruzione in Italia mostra un «rallentamento del trend positivo», che aveva visto il nostro Paese, al 20esimo posto tra i 27 Stati membri dell’Unione europea, conquistare 11 punti tra il 2012 e il 2019. Secondo Trasparency International, «negli ultimi anni l’Italia ha compiuto significativi progressi nella lotta alla corruzione: ha introdotto il diritto generalizzato di accesso agli atti rendendo più trasparente la Pubblica amministrazione ai cittadini, ha approvato una disciplina a tutela dei whistleblower, ha reso più trasparenti i finanziamenti alla politica e, con la legge anticorruzione del 2019, ha inasprito le pene previste per taluni reati».