Il Conte bis ha fatto Bingo: 14 miliardi di spesa in più, 547 decreti in meno. Il Servizio Studi e Bilancio di Camera e Senato ha individuato nel Recovery Plan italiano miliardi di spese in più. Centinaia sono i decreti attuativi ancora da varare

Il Conte bis ha fatto a Bingo: 14 e 547. Se c’è un modo inconfutabile di dimostrare un errore, è utilizzare i numeri. Il bello è che il Governo ce li ha forniti di propria mano. Sono 14 i miliardi (anzi per la precisione 14,4) in più contenuti nel Recovery Plan italiano «di maggiori impieghi rispetto rispetto all’ammontare complessivo finanziabile». Che tradotto significa che se le risorse messe a disposizione per l’Italia dalla UE sono 209,5 miliardi di euro, l’Italia ha programmati 14,4 miliardi di spese in più – per un totale di 223,9 – di spesa. L’allarme è stato lanciato dal Servizio Studi e Bilancio di Camera e Senato che ha criticato, e siamo alla terza autorevole critica, dopo quella felpata del commissario Ue Paolo Gentiloni e quella puntuale del presidente di Confindustria, che ha chiaramente criticato il piano redatto dal Governo, quello che poi ha innescato la crisi di Governo in atto. I tecnici hanno chiesto al Governo di chiarire se abbia magari ipotizzato che alcuni progetti saranno bocciati e quindi abbia sforato il tetto per non lasciare alcune risorse inutilizzate. Oppure se porterà tutti i progetti a termine anche con risorse proprie. La verità è che non si capisce quello che c’è scritto, visto che il documento, redatto anche dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, riconosce che le risorse programmate sono superiori a quelle assegnate perché l’UE potrebbe non autorizzarle tutte, ma evidentemente questa spiegazione ai tecnici non è bastata e, viene da pensare, abbiano voluto mettere nero su bianco le loro perplessità in una formula più “elegante”. Sono invece 547 i decreti attuativi lasciati in sospeso dallo stesso Governo, che ha sempre affermato di non essere mai in ritardo, e che servono per dare compimento alle riforme economiche varate dai due Governi Conte. Il conto è presto fatto: il totale dei provvedimenti previsti è 919, quelli varati sono 372. La percentuale di quelli ancora in attesa è il 60%. In particolare è l’attività del Conte bis a risentire del maggior rallentamento e questo significa che i provvedimenti immaginati per fronteggiare la crisi economica, sociale e sanitaria in corso non potranno neanche avere la possibilità di dispiegare la loro efficacia. È o non è un Governo da mandare a casa?