I dati Istat: rispetto al 2019 le vendite risultano in calo del 9,9%

Nonostante la veloce ripresa avviata a maggio, dopo il crollo nei due mesi precedenti, nel complesso il 2020 si chiude con una contrazione dell’export del 9,9% (la più ampia dal 2009), spiegata per oltre 6 punti percentuali dal calo delle vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli. Così l’Istituto nazionale di statistica nella nota di commento ai dati sul commercio extra-Ue italiano. Entrando ne dettaglio delle tabelle si può osservare come nel corso dell’anno da poco concluso l’energia abbia registrato un calo delle vendite del 36,3%, i beni intermedi del 4,8%, i beni strumentali del 10,7% e i beni di consumo del 10,5% (con i durevoli in calo del 18,8% e in non durevoli dell’8,9%). In positivo invece la dinamica trimestrale, con l’indice dell’export extra-Ue in crescita del 4% rispetto al periodo precedente. In questo caso l’andamento è stato influenzato in particolar modo dal +12% dell’energia, dal +7,9% dei beni di consumo durevoli e dal +5,2% dei beni strumentali. Positivo anche il confronto tra dicembre 2020 e lo stesso mese di un anno fa, mentre rispetto a novembre 2020 le esportazioni sono diminuite del 4,6%. A livello tendenziale il miglioramento è stato di 3,1 punti è stato trainato dalle vendite di beni strumentali (+7,8%), beni di consumo durevoli (+6,9%) e beni intermedi (+4,3%). Bene le vendite verso la Cina, crescite del 18,3%; quelle verso l’area MERCOSUR, salite del 16,3%; e quelle verso Turchia e Stati Uniti, rispettivamente aumentate dell’8,4 e dell’8%. Giù quelle verso area OPEC (-13%), Giappone (-9,7%) e area ASEAN (-3,2%).