Settimana decisiva per il governo: mercoledì, in Senato, rischia di non avere la maggioranza sulla relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede

«È meglio investire due mesi per ridare la parola agli italiani che tirare a campare per altri due anni». Così il leader della Lega, Matteo Salvini, inaugura una settimana decisiva per il futuro del governo: mercoledì il Parlamento voterà la relazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. E, in Senato, i numeri non sono a favore dell’esecutivo. Cosa fare, dunque? «Abbiamo 48 ore. O c’è una maggioranza o si va al voto», ha detto ieri Luigi Di Maio. Dal Partito democratico, però, arriva l’altolà: «Il PD non ha mai puntato, non punta e non vuole le elezioni politiche anticipate», ha ribadito il segretario Nicola Zingaretti a Radio Immagina, assicurando che il Partito democratico «sta lavorando per garantire (ovviamente sulla base di un programma di legislatura) un governo autorevole, con una base parlamentare ampia», con «Conte, ovviamente, che è il punto di equilibrio». Rimane, tuttavia, un nodo (complicato) da sciogliere: dove trovare i senatori disposti a sostenere questo governo, allargando la maggioranza? Con i partiti di opposizione contrari ad ogni collaborazione, le opzioni non sono moltissime: ricucire lo “strappo” con Italia viva appare l’unica via percorribile. Anche su questo punto, però, PD e M5s si trovano in disaccordo: favorevoli i primi; contrari, invece, i secondi. «Noi ci siamo sempre stati, Renzi lo sa. Possiamo confrontarci in qualsiasi momento, il problema è non farlo con un ricatto, questo non è accettabile», ha detto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, intervenendo come ospite di “Agenda” su SkyTg24. «Quale sarebbero i ricatti? Il Paese è fermo ed ha bisogno di avere una sua strategia per uscire dalla situazione di emergenza sanitaria ed economica», ha replicato Teresa Bellanova, la senatrice di Italia viva che, dimettendosi da ministra, ha contribuito a innescare la crisi di governo. Che non deve risolversi in un ritorno alle urne, ha aggiunto: «Andare al voto significa saltare tutti gli appuntamenti con l’Europa», ha detto, ricordando che il governo è ancora in ritardo sul Recovery Fund. Quale sarebbe la soluzione? «Questo Paese ha tutte le energie in questo Parlamento per rimettere insieme una coalizione che parte dal perimetro degli ultimi sedici mesi e mettiamoci al lavoro perché non c’è più tempo da perdere», ha osservato Bellanova, ospite di “Agenda”.