Wef 2021 sulle disuguaglianze, che con il Covid esplodono. Per la prima volta in un secolo, si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i Paesi contemporaneamente. Xi Jinping apre i lavori

 Questo è certo: chi sta in basso, andrà sempre più in basso. Il fatto che i “ricchi” – o, per essere più politicamente corretti, il gotha mondiale del capitalismo e della politica, – oggi si riuniscano per il World Economic Forum non più a Davos, cioè negli esclusivi alberghi sulle montagne svizzere, ma via streaming, potrebbe lasciare ad intendere che sia in atto un livellamento verso il “basso” anche per loro. Non è così. Gli oltre mille leader, di numero inferiore rispetto all’edizione 2020, hanno pagato un biglietto di migliaia di euro per riflettere attorno al tema “Un anno decisivo per la ricostruzione e la fiducia” ovvero sulle soluzioni più idonee per superare la crisi sanitaria ed economica. Sarà la Cina, patria di enormi diseguaglianze, con il suo presidente cinese Xi Jinping ad aprire i lavori, forte della sua economia in rilancio e dell’aver sconfitto, anche se non del tutto, il Covid, e a chiedere il ritorno al «multilateralismo inclusivo», chiedendo agli Usa di Biden un’inversione di rotta rispetto all’amministrazione Trump. Klaus Schwab, economista tedesco, fondatore del World Economic Forum, chiede ai leader riuniti da ieri di “ripensare il capitalismo” alla luce di una pandemia che «ha esacerbato le diseguaglianze». Miracolo? Il Wef è da sempre contestato e circonfuso da una spessa patina di diffidenza, essendo il luogo e simbolo del capitalismo, di quella governance mondiale, senza volto, che difende interessi lontanissimi da quelli delle persone comuni, realmente «esacerbate dalle diseguaglianze», per dirla con le stesse parole di Schwab. Non solo. Se per il Wef con maggiori investimenti nel miglioramento delle competenze o nell’acquisizione di nuove abilità si potrebbero aggiungere 6.500 miliardi di dollari al Pil globale, creare 5,3 milioni netti di nuovi posti di lavoro e contribuire alla realizzazione di economie più inclusive e sostenibili nel mondo, per l’organizzazione non governativa Oxfam nel suo rapporto “Il virus della disuguaglianza” per la prima volta in un secolo si potrebbe registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi tutti i Paesi contemporaneamente. Mentre le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per l’emergenza Covid-19, i più poveri per riprendersi dalle catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero impiegare più di 10 anni. Nel mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia. In Italia da marzo la ricchezza di 36 miliardari italiani è aumentata di oltre 45,7 miliardi di euro: una somma che equivale a 7.570 euro per ognuno dei 6 milioni di italiani facenti parte del 10% più povero. In assenza di un’azione adeguata e coerente da parte dei Governi, la Banca Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo di persone in più vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50 dollari al giorno.