Sorprese negative potrebbero arrivare sugli indennizzi alle attività

Con la maggioranza appesa ad un filo, anche la discussione sul nuovo decreto legge, che dovrebbe portare a cinque la serie ravvicinata di ristori, potrebbe apparire pleonastica. Del resto, però, pure una eventuale uscita di scena da parte del premier Giuseppe Conte potrebbe non avere effetti immediati, in quanto ci sarebbero i margini temporali per l’approvazione del nuovo decreto legge in consiglio dei ministri, dopo che già la scorsa settimana Palazzo Chigi ha individuato in 32 miliardi di euro l’ulteriore scostamento di bilancio. Ammettendo, comunque, che il governo giallorosso passi indenne le forche caudine del Parlamento, il quinto decreto Ristori si presenta, almeno sulla carta, decisamente più pesante rispetto ai precedenti. Sul versante degli ammortizzatori sociali, si parla di ulteriori diciotto settimane fino a giugno. Non è chiaro, però, se e quanto si tratta di settimane realmente aggiuntive rispetto alle dodici introdotte con la legge di bilancio. Verosimilmente, anche in questo caso si avrà un azzeramento del contatore per cui non si può parlare di trenta settimane complessive, ma di diciotto più quelle eventualmente già fruite in questo inizio d’anno.  Novità possibili anche sul versante delle modalità di calcolo degli indennizzi alle attività commerciale e produttive: non si dovrebbe più guardare al fatturato, ma ai costi fissi, una modalità sicuramente più penalizzante.