La legge di bilancio ritocca la normativa in alcuni suoi punti mirati, in particolare sul part time ciclico verticale. Senza Covid-19, si andava verso il taglio anticipato di Quota 100, un errore perché si sarebbe creata una nuova pesantissima generazione di esodati, dopo quella della riforma Fornero. Totalmente assente una vera rivalutazione degli assegni pensionistici, con taglio consistente dell’Irpef

La Storia, è noto, non si va con i se e con ma. Ed allora, potrebbe apparire quasi un esercizio senza senso andare ad immaginare cosa sarebbe successo nel nostro Paese, se alla fine di febbraio dello scorso anno non ci fossimo trovati davanti ad una pandemia veramente universale. Su un punto, però, questo sforzo di immaginazione si rende necessario perché la situazione è destinata a ripresentarsi molto presto. Verosimilmente, senza Covid-19, l’esecutivo avrebbe messo mano su Quota 100, se non altro perché rappresenta uno dei provvedimenti manifesto fortemente voluti dalla Lega di governo. È noto, infatti, che fra la fine del 2019 e le prime settimane del 2020, ben oltre i dibattiti sulla carta stampata, il ministero del lavoro si era attivato con le parti sociali per studiare il dopo Quota 100, partendo anche dall’ipotesi che la sperimentazione di questo strumento si potesse concludere prima della sua naturale scadenza, vale a dire il 31 dicembre 2021. Senza Covid-19, quindi, oggi ci saremmo potuti trovare a discutere dell’ennesima nuova riforma previdenziale con il rischio, sempre presente, di vivere una nuova stagione di esodati, come accaduto fra il 2011 e il 2012 con la riforma Fornero. Un anno fa, al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e la ministra del lavoro, Nunzia Catalfo, chiedemmo alcune cose: il mantenimento di Quota 100 fino alla sua naturale scadenza; la sua successiva sostituzione con quella che chiamammo Quota 100 libera, vale a dire uno strumento senza i paletti rigidi dei 62 anni di età e dei 38 anni di contributi; una vera rivalutazione degli assegni pensionistici, con taglio consistente dell’Irpef. Le richieste sono ancora in campo.