Conte si presenterà alle Camere, ancora non è chiaro con quali numeri. Renzi: «Non si sa se Conte ha 161 voti in Senato, vedremo. Nel caso, la democrazia parlamentare avrà la terza diversa maggioranza in tre anni con lo stesso Premier»

 «Mai più con Italia Viva», questa al momento l’unica certezza per Pd, M5s e lo stesso premier nella compagine della maggioranza che si sta per ri-costruire, non si sa però con quali nomi e numeri. Conte si presenterà in Parlamento, lunedì alla Camera e martedì al Senato, per risolvere la crisi aperta da Matteo Renzi e sta giocando a carte copertissime, mostrandosi convinto di sapere chi lo seguirà. Al momento sia per Renzi sia per il centrodestra i numeri non ci sono tra le loro fila per sostituire quei 18 parlamentari che mancheranno in Senato da Italia Viva. Chi li chiama responsabili, chi, come Giuseppe Conte si è inventato, «costruttori» nel tentativo di dare dignità ad un’operazione “vecchia maniera” tanto invisa al M5s, tutti sono in attesa di sapere se esistono veramente, chi sono e se daranno vita ad nuovo partito, il partito di Giuseppe Conte di cui per tanto tempo si è favoleggiato. Nel caso i numeri non ci fossero, però, la crisi verrebbe gestita dal presidente della Repubblica che potrebbe tentare di dare vita ad un Conte ter, tornando a bussare alla porta di Matteo Renzi. C’è anche da ammettere che questo è il momento di pensare alle prossime elezioni, che siano a giugno o nel 2023, e assicurarsi un posto. Molti giornali oggi hanno pubblicato nomi e cognomi dei responsabili, i quali hanno immediatamente smentito o non hanno parlato. Per il vicesegretario del Pd Andrea Orlando ci sono «segnali di attenzione da molti parlamentari». Orlando è convinto che «se si manifestasse una disponibilità, sarà in una cornice politica, un’adesione che deriva da una valutazione del quadro politico e europeo», visto che Mattarella non accetterebbe una soluzione puramente numerica. Nel frattempo, si susseguono vertici di partito, nel pomeriggio il Pd, in mattinata quello del centrodestra, sempre più «compatto», dal quale il leader della Lega, Matteo Salvini, ha assicurato che non sarà facile per Conte trovare i numeri necessari, diversi parlamentari sarebbero pronti a passare con la Lega. Più in fibrillazione di tutti è il M5s sia per il clima da Prima Repubblica sia per un documento di 13 parlamentari che chiede un cambio di passo. Resta del tutto valido il ragionamento fatto a microfoni aperti da Salvini: «Se (Conte, ndr) avesse i numeri sarebbe arrivato oggi in Parlamento. Se ha bisogno del weekend di riflessione vuol dire che i numeri non ce li ha».