A lanciare l’allarme sono il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità

Cresce il rischio di un’epidemia non controllata e ingestibile, a causa ad una crescita diffusa della probabilità di trasmissione del virus. A lanciare l’allarme è il ministero della Salute e l’Istituto superiore di Sanità in una bozza del monitoraggio sull’andamento della pandemia condotto settimanalmente, sottolineando che l’impatto sui servizi assistenziali resta alto nella maggioranza delle Regioni e delle Province autonome. Nel dossier, che analizza l’evolversi della pandemia nella settimana che va dal 4 al 10 gennaio, il ministero della Salute e l’ISS evidenziano che l’indice Rt è stato pari a 1,09, in crescita ormai da cinque settimane. L’aumento dell’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti – 183,36 per 100mila, con il valore più alto registrato in Veneto: 365,21 per 100mila – è stato «relativamente» mitigato grazie alle misure restrittive introdotte durante le festività natalizie. Ciò nonostante «questa settimana si osserva il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente». Undici Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato, quattro delle quali ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane, e nessuna a rischio basso. Il monitor conferma che l’identificazione dei casi e il tracciamento dei contatti, un’operazione ritenuta vitale per contenere l’epidemia, è ormai impossibile: «Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate».