Crisi di Governo, il Quirinale chiede a Conte di fare presto. Il centrodestra è già pronto. Per il PD non esistono “i responsabili” in Parlamento. Per Zingaretti «Iv è inaffidabile in qualsiasi caso». Le elezioni a giugno non sono solo un’ipotesi

Crisi di Governo, l’importante è fare presto. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo ha ripetuto ieri pomeriggio al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, quando è salito al Quirinale per aggiornarlo sul Recovery plan e sullo stato dei rapporti all’interno della coalizione di governo. Prima che Renzi ritirasse la sua delegazione di ministre dal Governo, ma non dalla maggioranza. Fare presto è importante per diversi motivi: non solo per il bene del Paese, in stallo e nel pieno di una pandemia in recrudescenza, ma perché, Matteo Salvini, leader della Lega, partito sempre in testa ai sondaggi, ha detto a “L’aria che tira” su La7: «Il governo del centrodestra? Penso che numeri e progetti li troverebbe, io non mi tiro indietro, noi saremmo pronti domani mattina». O cercando una nuova maggioranza in Parlamento o andando a elezioni a giugno, il centro destra ha battuto il colpo: c’è. D’altronde l’ipotesi elezioni non sarebbe solo un’ipotesi. Secondo l’Ansa, che ha riferito il pensiero di fonti qualificate del Pd, la maggioranza dopo lo strappo con Renzi non esiste più. Quindi i “responsabili” o non ci sono o non sono graditi. In primis, si sa, dal Quirinale oltre che dal Pd. D’altronde cercare voti in Aula potrebbe rivelarsi un gioco al massacro. Fare presto, dunque, per tanti motivi. Dalla sua parte Conte ha il Quirinale che sta facendo pressione su tutte le forze politiche della maggioranza, compresa Italia Viva, per chiudere rapidamente la crisi ed evitare un esecutivo tecnico che traghetti il Paese alle urne, verificando l’esistenza di una maggioranza parlamentare basata su un solido accordo politico in grado di sostenere il governo. Il problema però è che tutti hanno fretta, maggioranza e opposizione: il presidente della Camera, Roberto Fico, ha sospeso i lavori per chiedere a Conte di venire a riferire in Aula; così anche in Senato sono stati sospesi i lavori dopo la richiesta delle opposizioni di convocare in Aula il presidente del Consiglio. E Conte è di nuovo con il cerino in mano. Saprà essere più veloce della lentezza dimostrata nel varare il decreto Ristori 5, ancora nel cassetto? Si domanda su Twitter il capogruppo di Italia Viva in Senato, Davide Faraone: «C’è una crisi, due ministre si sono dimesse e il premier non vuole andare oggi al Colle e non vuole venire in Senato. C’è ancora una Costituzione in questo Paese o un DPCM l’ha cancellata?».