L’allarme del Cnel sulla devastante crisi del mondo del lavoro in tempo di pandemia e chiusure

Sapevamo già bene, purtroppo, quali fossero le drammatiche conseguenze sul mondo del lavoro della crisi Covid. Ora, a rafforzare le preoccupazioni del sindacato e a irrobustire le ragioni per le quali si chiedono interventi più efficaci, ci giungono le anticipazioni del Rapporto sul mercato del lavoro, che sarà presentato ufficialmente domani dal Cnel. Il presidente del Consiglio Nazionale dell’economia e del lavoro, Tiziano Treu, è stato chiaro: «L’Italia si trova oggi davanti a un drammatico bivio. Da un lato c’è un sentiero stretto e in salita che porta ad una nuova fase di sviluppo economico e sociale. Sull’altro lato c’è un’ampia strada che va verso il declino». Le ragioni di un grido d’allarme così accorato sono presto dette: in Italia la crisi Covid si è innestata su un mix di fattori già presenti – il peso enorme del debito pubblico, un indice di natalità tra i più bassi al mondo, l’emarginazione dei giovani dal mondo del lavoro – creando una miscela potenzialmente «esplosiva». A seguito dell’emergenza nata dalla pandemia, c’è il rischio concreto di un declino profondo del Paese, dal punto di vista economico ed anche sociale. Secondo le stime del Cnel le chiusure e le limitazioni delle attività, imposte per limitare i contagi da Covid, hanno colpito 12 milioni di lavoratori, sia autonomi che dipendenti. 10 milioni di lavoratori sono stati interessati dal mancato rinnovo dei contratti, per una percentuale pari al 77,5% del totale. E tutto questo in presenza di misure volte a contenere la situazione; ristori, cig, blocco dei licenziamenti. Misure che evidentemente si sono dimostrate insufficienti. Ora, tra l’altro, mentre la crisi non accenna a terminare, sono in scadenza il blocco dei licenziamenti e la cassa integrazione straordinaria con causale Covid. Cosa potrà accadere una volta esauriti questi provvedimenti è facilmente intuibile: la perdita di un’enorme mole di posti di lavoro – le nostre stime sono di un milione in meno – e una consistente parte della popolazione attiva a rischio di disoccupazione o di venire “assorbita” dall’economia sommersa. Specie nei settori maggiormente colpiti dalle restrizioni, turismo, ristorazione, servizi, attività di cura, e con un preoccupante aumento delle già profonde diseguaglianze sociali presenti nel Paese. L’allarme è stato lanciato molte volte e ora anche dall’autorevole Cnel. Adesso toccherebbe alla politica dare, finalmente, risposte adeguate, prima che sia troppo tardi.

Diseguaglianze in crescita

«La crisi prodotta dal Covid e dal provvedimenti adottati per contrastare l’emergenza sanitaria ha alterato in profondità il funzionamento del mercato del lavoro come dell’economia». Uno degli aspetti maggiormente significativi che emergono dall’analisi sul mercato del lavoro del Cnel è l’aumento – considerevole – delle diseguaglianze economiche fra i cittadini italiani, sulla base di elementi quali settore professionale, territorio, gruppo sociale di appartenenza. Un quadro inquietante anche dal punto di vista della tenuta della coesione politica e sociale.