Al via la Garanzia di occupabilità, ma sono tanti i nodi da sciogliere

In attesa di capire come evolverà la crisi di governo e quali effetti potrebbe avere sulle strategie complessive in materia di lavoro, si affaccia una novità con la legge di bilancio. Dopo le tante richieste di rafforzare le politiche attive – la prima, in ordine di tempo, è stata della Ugl, a seguire sono poi arrivate anche Cgil, Cisl e Uil -, è in rampa di lancio la garanzia di occupabilità per i lavoratori, in sigla Gol, lo strumento che dovrebbe assicurare un percorso di riqualificazione professionale alle persone che ne hanno bisogno. E proprio qui si pone un primo problema, in quanto con l’avvento del reddito di cittadinanza alcuni strumenti prima disponibili per l’intera platea di disoccupati sono stati riservati esclusivamente ai percettori del reddito di cittadinanza. La ministra del lavoro, Nunzia Catalfo, ha anticipato alla stampa che l’intenzione è quella di estendere lo strumento in maniera massiva, per cui disoccupati, percettori del reddito di cittadinanza, ma anche lavoratori in cassa integrazione, i quali peraltro, almeno in parte, dovrebbero essere coinvolti nei progetti di riqualificazione finanziati con il fondo nuove competenze. Insomma, la macchina sembra muoversi, però in maniera oggettivamente poco agile, tanto che è complesso pensare a risultati in tempi rapidi, come sarebbe necessario, vista la pesante crisi da Covid-19 con la crescita esponenziale di posti di lavoro a rischio.