di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

Se il Governo Conte cadesse e si andasse a elezioni sarebbe, finalmente, un esercizio di sana e doverosa democrazia. L’unico modo per cambiare un paradigma politico raccogliticcio, inadeguato a fronteggiare sfide enormi come quelle attuali, che fin dall’inizio ha mostrato tutte le proprie debolezze.
Il Paese è nel mezzo di una crisi senza precedenti, una delle più drammatiche della sua storia: centinaia di migliaia di posti di lavoro persi, aziende che già dal primo lockdown non sono mai più riuscite a riaprire i battenti, altre che ci stanno riprovando, rischiando l’osso del collo. Intere filiere produttive e abitudini di consumo totalmente saltate. Totale l’incertezza sul futuro. Ci sono riforme non più rinviabili per il Paese da realizzare, una pandemia ancora da fronteggiare e una campagna vaccinale da portare a termine. Senza tralasciare il fatto che l’Italia deve presentare all’Europa un adeguato Piano di rilancio e sviluppo per poter sfruttare al meglio la (in parte presunta) occasione rappresentata dalle risorse messe a disposizione dalla UE attraverso il Recovery Fund. In questo contesto, è davvero difficile per chiunque, a maggiore ragione per chi non è un sostenitore del Conte bis – e secondo i sondaggi sempre più numerosi -, trovare un briciolo di senso di responsabilità nei protagonisti della lunga crisi di Governo arrivata oggi quasi al capolinea. Proprio in questi giorni fondamentali per far ripartire un Paese bloccato da norme ancora più restrittive, scelte per arginare la pandemia da Covid-19 e rivelatesi inefficaci. In questo contesto, l’Italia e gli italiani avrebbero meritato ben altra guida, più rispettosa quanto meno delle tragedie che il Paese sta ancora vivendo.
Invece Italia Viva sta portando avanti un vero e proprio gioco d’azzardo con il suo gruppo di ministre (due), sottosegretari (uno) e parlamentari (26 alla Camera, 16 in Senato insieme al Psi), guidata da un leader che è cresciuto soltanto grazie al progressivo dissanguamento di parlamentari verificatosi nel principale partito che tiene in piedi la maggioranza, il M5s, e alle ambiguità del Pd. Matteo Renzi continua a sostenere di non voler far cadere il Governo e che tutto sta nelle mani di Giuseppe Conte: ovvero o il premier accetta le condizioni di Italia Viva su Recovery Plan (e Servizi Segreti) o ministri e sottosegretari di Italia Viva si dimetteranno, perché «noi non siamo come gli altri, le poltrone le lasciamo». Conte, fino a pochi giorni fa intenzionato a far credere di poter trovare una nuova maggioranza in Parlamento, grazie alla minaccia “o questo Governo Conte o nuove elezioni”, dovrà capitolare alle richieste di Renzi e rimpastare il suo esecutivo, accettare varie condizioni, pur di evitare al M5s nuove elezioni.
Conte, e con lui tutta l’Italia, sarà ancora di più nelle mani di un partito mai stato votato dagli italiani, perché nato in Parlamento, da un’operazione di palazzo, e non nelle urne elettorali. L’Italia e gli italiani non meritano tutto questo.