Tra le richieste di Italia viva il ricorso al Mes. Aria di crisi? Marcucci (Pd): «Elezioni ipotesi dell’irrealtà»

Tanto rumore per nulla? Ancora presto per dirlo, ma così potrebbe essere, almeno fino alla prossima giravolta. Se negli ultimi giorni l’ipotesi di una crisi di governo pareva farsi sempre più spazio, e non solo sui giornali, oggi l’impressione è che le trattative tra il premier Giuseppe Conte e i “dissidenti” di Italia viva possano riaprirsi per l’ennesima volta. Ma se alcune delle condizioni di Iv non saranno accettate allora è probabile che alle minacce di lasciare la maggioranza seguano stavolta i fatti, a cominciare dalle dimissioni, nel Cdm del 7 gennaio, delle ministre Iv Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. «Basta con le chiacchiere di palazzo. Usiamo i soldi del Mes», è ad esempio una delle condizioni che Matteo Renzi ha elencato nell’intervista al Tg5. Niente di nuovo, in realtà, e con ogni probabilità sarà proprio questo un motivo di scontro, vista la contrarietà di pezzi importanti della maggioranza (il M5s piuttosto compatto, mentre il Pd appare un semplice spettatore di tutta l’attuale vicenda politica) e dello stesso presidente del Consiglio. Alla domanda se questo, nel pieno ancora della pandemia, sia il momento più opportuno per aprire una crisi, Renzi ha risposto che «bisogna dare risposte ai cittadini» e «la soluzione è che nei palazzi romani si smetta di chiacchierare e si diano più soldi per la sanità con il Mes». «A Conte abbiamo scritto una lettera con tutti i punti, è una cosa trasparente: nessuno cerca poltrone, ministeri e sottosegretari. Vogliamo vaccini, posti di lavoro e cantieri che ripartono», ha quindi aggiunto il leader di Iv. E il Pd? Come si diceva, sembra più osservatore che al centro dei dilemmi interni alla maggioranza. Anche se il presidente dei senatori del Partito democratico, Andrea Marcucci, in un colloquio con la Stampa ha sostenuto che «votare in piena pandemia e alla vigilia del semestre bianco è una ipotesi dell’irrealtà» e di essere convinto che «il tema delle elezioni anticipate viene agitato solo strumentalmente». Ad ogni modo nella maggioranza si valutano tutti i possibili scenari: un Conte ter, un governo tecnico o il voto. Le cronache politiche riferiscono di un Luigi Di Maio particolarmente impegnato a scongiurare la crisi e in difesa del premier (ma non tutti i pentastellati sarebbero dello stesso avviso). Quanto a un esecutivo tecnico, magari a guida Mario Draghi, al Tg5 Renzi ha chiosato che «a Palazzo Chigi c’è già un presidente del Consiglio e si chiama Conte, Draghi è una persona straordinaria e ha dato dei suggerimenti giusti. Qui abbiamo messo più soldi per il cashback in un anno che non per i giovani e l’occupazione nei prossimi sei anni. Siamo veramente di fronte a un Recovery plan che pensa più al presente che al futuro. Speriamo che lo cambino seguendo i suggerimenti di Mario Draghi». Intanto dal centrodestra, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni osserva su Facebook che «la verità è che gli italiani sono stufi di questo governo di incapaci, che anche in piena crisi passa il tempo a litigare su poltrone e rimpasti. In queste ore tantissimi italiani hanno già firmato a sostegno della nostra proposta per una mozione di sfiducia nei confronti di Conte e del governo».