Renzi presenta il suo Recovery Plan

e minaccia le dimissioni delle ministre Iv

“Ciao” è il nome del suo “contropiano” per impiegare le risorse del Recovery Fund, un piatto che rischia di essere indigesto sia a Conte sia al M5s

Matteo Renzi ha presentato il suo “contropiano” per il Recovery Fund che ha denominato “Ciao” ovvero Cultura, Infrastrutture, Ambiente, Opportunità. Nel corso di una conferenza stampa, ieri, ha annunciato che domani Italia viva, il suo partito, si presenterà all’incontro con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola, con 61 proposte, minacciando che «se non c’è l’accordo è evidente che faranno senza di noi» ovvero che le ministre Iv sono pronte a dimettersi aprendo una crisi di Governo. Renzi ha bollato senza mezzi termini il Recovery plan proposto da Giuseppe Conte come un «collage raffazzonato senz’anima». Le ironie sui social, grazie a quel “Ciao”, si stanno rincorrendo, come è normale che sia, per l’assonanza con il famoso “stai sereno”. Davvero oggi Giuseppe Conte si trova nella stessa situazione dall’allora presidente del Consiglio Enrico Letta? In effetti “Ciao” non è un piano facile da recepire sia per Conte sia il M5s: si parla di rinuncia del premier alla delega ai Servizi, di ius culturae per gli universitari stranieri, di Mes. Ma i conti senza l’oste non si possono fare: cosa ne pensa il Capo dello Stato? Tra coloro interpretano il pensiero del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si continua a ritenere sempre difficile l’ipotesi di un governo Conte-ter. Più probabili invece alcuni cambi nella squadra di governo attraverso un rimpasto e la richiesta di una nuova fiducia in Parlamento. Le voci in Senato si rincorrono: si parla di un ingresso di Renzi o di Ettore Rosato nel governo, con cambi al Viminale e alle Infrastrutture. Si tratta di ipotesi, per ora, che sono state già smentite. Ma il Pd sostiene che l’unica alternativa a questo governo sono le elezioni, in vista delle quali sempre più probabile appare un’alleanza Pd-M5s. Forse stiamo guardando troppo avanti. Nel frattempo, in queste ore, anche gli altri partiti della maggioranza, Pd, Leu, Autonomie, stanno preparando il terreno del confronto con il Governo prima di un incontro plenario sul Recovery plan, solo dopo Conte convocherà il Consiglio dei ministri.
Renzi, tuttavia, insiste: «Ci stiamo giocando l’osso del collo, come ho detto in conferenza stampa ieri in Senato qui: non è tempo di meline», così nella sua Enews. «Non mi appassiona sapere come finirà la telenovela tra Conte e Renzi. Non credo molto né all’uno né all’altro», ha commentato più pragmaticamente il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti a Roma.