Risposte insufficienti e nuovi timori. Misure restrittive un po’ ovunque, cenoni con poche persone

Quando il re di Svezia ammette che nell’affrontare l’emergenza sanitaria «abbiamo fallito» – ricordiamo: la Svezia è tra i pochissimi paesi a non aver mai adottato lockdown o misure particolarmente restrittive, mirando all’immunità di gregge –, è la conferma che l’Europa non è riuscita a contrastare adeguatamente la diffusione del coronavirus, che non sia mai stato implementato nell’UE un modello di successo (al di là della retorica dei singoli governi) e che le risposte siano state fin qui insufficienti. Alla vigilia dell’avvio della campagna per la vaccinazione di massa – in programma a partire dal 27 dicembre dopo il via libera al vaccino messo a punto da Pfizer e BioNTech da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che nel frattempo ha deciso di anticipare la decisione anche sul candidato di Moderna – le incognite sono ancora molte. In parte per i timori sopraggiunti negli ultimi giorni per la cosiddetta “variante inglese”, la cui immediata risposta è stata il blocco dei voli dal Regno Unito, e in parte perché in alcuni paesi europei, tra quelli che stavano registrando un nuovo aumento di contagi e vittime, si è deciso di procedere con le vie più dure anche nel periodo delle festività natalizie. In Germania, Austria, Olanda e Polonia, ad esempio, dove, seppur con modalità diverse, viene (o verrà nei prossimi giorni) riproposto un lockdown di alcune settimane. Entrando più nel dettaglio delle misure durante le feste, in Germania saranno ammessi il giorno di Natale incontri con quattro persone oltre al proprio nucleo familiare, in Spagna in generale si potranno riunire non più di dieci persone (ma ogni comunità adotterà le proprie linee guida), mentre in Belgio sono previsti i controlli più ferrei allo scopo di verificare il rispetto delle regole. Invece nel Regno Unito, dove non si esclude a causa della variante un periodo di chiusure prolungato, anche di diverse settimane, verranno prese le soluzioni più dure: il Natale a Londra e nel Sud Est dell’Inghilterra sarà in casa e senza ospiti. Del resto il ministro della Sanità britannico, Matt Hancock, aveva dichiarato nei giorni scorsi che il “nuovo” virus è più contagioso del 70% ed è «fuori controllo». Le buone notizie, però, sembrano arrivare dalla scienza: a quanto pare non c’è motivo di credere che ciò rappresenti un pericolo in vista delle vaccinazioni e in ogni caso le tecnologie permetterebbero di aggiornare  agevolmente i vaccini in caso di necessità.