L’ammortizzatore sociale vale soltanto per gli iscritti alla gestione separata Inps

Appena la settimana scorsa, quasi in sordina, si era palesata durante la videoconferenza che la ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha avuto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl, le parti datoriali e il vasto mondo delle professioni. A distanza di poche ore, infatti, il Parlamento ha approvato un emendamento al disegno di legge di bilancio che prevede l’introduzione della cosiddetta Iscro, sigla che sta per indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa. In altri termini, un primo tentativo di inserire un ammortizzatore sociale, seppur in forma sperimentale, rivolto alla platea dei professionisti iscritti alla gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Uno strumento importante, anche se parziale, perché esclude tutti coloro che, appunto, sono iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, ad iniziare dagli avvocati. La decisione, sostanzialmente condivisa da tutto il Parlamento, anche perché contenuta in un disegno di legge presentato dal Cnel nei mesi scorsi, apre quindi scenari nuovi per il mondo delle professioni, un settore in costante crescita da tempo e che oggi conta su di una platea di 1,4 milioni di occupati. A margine, è destinata ad aprirsi una discussione intorno al futuro delle varie casse previdenziali professionali, che hanno finora vissuto in un più o meno splendido isolamento.