La maggioranza si sfida su tutto: dalle regole per le feste natalizie alla tenuta del Governo. Tanti, troppi, i dossier aperti sulla scrivania di Giuseppe Conte. La confusione nel Governo e tra gli italiani regna sovrana.

Il Premier è nel pallone, troppi i dossier aperti sulla sua scrivania. La liberazione dei marittimi è già diventata un caso; la verifica di Governo resta appesa ad un filo; già slittato dai precedenti giorni, il CdM di oggi – mentre questo numero de La Meta Sociale è in fase di realizzazione – dovrebbe decidere le norme, ancora più stringenti di quelle contenute nel precedente Dpcm, per il periodo delle festività natalizie. Ma siamo già al 18 dicembre e solo alle 15.00 circa è iniziata la riunione Governo-Regioni e Enti locali. Invece il Veneto, senza perdere tempo, assediato dai contagi ha già varato una stretta: da sabato prossimo, 19 dicembre, e fino al 6 gennaio vietato uscire dal Comune di residenza dopo le ore 14. Decisione che sembrerebbe aver anticipato le restrizioni che il Governo avrebbe in mente per tutto il territorio nazionale e che hanno già diviso i ministri e le forze di maggioranza. Secondo indiscrezioni provenienti da fonti di Governo, dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi e zona arancione nei giorni lavorativi. Decisioni che restano ritardatarie e una bella strigliata, a tutto campo, al Governo è arrivata dalla seconda carica dello Stato, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati: «Ci sono tre aspetti importanti che, ad oggi, non hanno avuto risposte e che mi stanno particolarmente a cuore: il primo riguarda la morte in solitudine, una morte inaccettabile perché priva di umana pietà. Il secondo riguarda i malati no-Covid che, pure affetti da patologie gravi, non riescono ad avere accesso alle cure. Il terzo aspetto riguarda il Santo Natale, che per tradizione è la festa  delle famiglie, il momento degli affetti che si riuniscono. Le famiglie non sanno ad oggi se, quando e con chi potranno viverlo». Non solo: «Sono consapevole che stiamo attraversando una situazione eccezionale, ma mi auguro che non si proceda più nel legiferare come nel decreto-legge Ristori. Abbiamo vissuto una concatenazione di ben quattro provvedimenti a contenuto plurimo confluiti in un unico testo attraverso emendamenti e subemendamenti governativi. Non solo la lettura è stata difficile, ma anche il vaglio di ammissibilità degli emendamenti».