Crollo verticale delle nuove assunzioni e delle trasformazione dei contratti precari

Prima ancora che ad una statistica, siamo davanti alla peggiore fotografia possibile del dramma che sta vivendo il Paese. Nei primi nove mesi dell’anno, le assunzioni nel nostro Paese sono crollate di un terzo, fermandosi a 3,8 milioni di unità. Nonostante gli incentivi fiscali e contributivi, si sono ridotte di oltre il 30% anche le trasformazioni dei contratti da tempo determinato e tempo indeterminato: nello stesso periodo del 2019 si era arrivati a 712mila trasformazioni, mentre oggi ci si è fermati a 376mila. Calo anche per le cessazioni, ma molto più contenuto (-21%). Il saldo è comunque fortemente negativo: -260mila unità. Sulle cessazioni hanno influito, oltre al blocco dei licenziamenti in caso di fruizione degli ammortizzatori sociali, la decisione di un certo numero di lavoratori, soprattutto del pubblico impiego, ma anche del privato, di rinviare l’uscita per pensionamento, potendo fruire del ben più agevole smart working.