Male novembre, mentre già si annunciano molto pesanti sia dicembre che gennaio

Non accenna a diminuire l’onda lunga della pandemia da Covid-19. Nonostante le rassicurazioni del ministro dell’economia, Roberto Gualtieri, che, a più riprese, ha sostenuto che la nostra economia è in ripresa, l’Inps continua a portare a casa, purtroppo, un record negativo dopo l’altro. Nel solo mese di novembre, sono state autorizzate 173,3 milioni di ore di cassa integrazione, in crescita rispetto al precedente mese di ottobre, quando le ore autorizzate si fermarono a 170,8 milioni. Una variazione congiunturale ridotta, l’1,5%, ma comunque molto significativa della tendenza in atto. Novembre, è il caso di ricordare, è stato il mese nel quale una parte del territorio nazionale è diventato zona rossa, con fortissime restrizioni in diversi settori produttivi. Limitazioni che hanno colpite anche le altre aree del Paese, soprattutto nei fine settimana. La cosa più preoccupante, se possibile, è che la cassa integrazione sicuramente è utile per assicurare una copertura al personale dipendente, ma non serve in tutti quei casi nei quali il personale è a tempo determinato. Soprattutto fra la fine di novembre e gennaio, infatti, si registra, di norma, una forte ricorso al lavoro a tempo determinato o al lavoro stagionale nel turismo e nella ristorazione. Tutti posti di lavoro che quest’anno mancheranno all’appello, con tutto quello che ne consegue in termini di reddito per le famiglie.