Da Conte a Renzi, dal M5s a Leu e le Feste: tanti i “pesci” nella rete. La liberazione dei marittimi di Mazara del Vallo rimanda la verifica tra il premier e Italia Viva di qualche ora. Ma chi è il vero “pescatore”?

La sintesi schizofrenica del Governo Conte sta in mezzo ai tre eventi di oggi: la liberazione dei marittimi, la verifica di Governo con Italia Viva e le nuove regole per le feste natalizie, passate in secondo-terzo piano dopo le 10, ora della notizia dell’avvenuta liberazione. Di prima mattina sui quotidiani e su Facebook il leader di Italia Viva ha diffuso la lettera inviata “privatamente” al presidente del Consiglio, giusto per far capire che «qui si fa sul serio»: «…perché questi duecento miliardi di euro (il Recovery Fund, ndr) sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: “Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente”». Poco dopo arriva la notizia: liberati i pescatori di Mazara del Vallo da 108 giorni in un carcere in Libia, sotto la sorveglianza dei militari del generale Haftar. Notizia arrivata dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, già volato a Bengasi insieme al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per il passo conclusivo che ha portato alla liberazione. Oggi è o sarebbe dovuta essere, a questo punto, la giornata dell’attesa verifica tra Conte e Italia Viva, in programma alle 9 e poi spostata alle 19. Ma l’avvertimento di Renzi continua ad aleggiare nell’aria: «Noi, Presidente, vogliamo dare una mano sui contenuti. Perché in discussione sono le idee, non gli incarichi di governo. Teresa, Elena, Ivan – che hanno lavorato bene su agricoltura, famiglie e politiche di genere, export – sono pronti a dimettersi domani, se serve. Noi infatti non concepiamo la politica come occupazione di posti. Non tiriamo a campare, vogliamo cambiare. Non ci basta uno strapuntino, vogliamo la politica. Sfruttiamo questa opportunità». Allora, cade o non cade questo Governo? «Ho letto questa lettera che ha mandato Renzi, ovviamente ai giornali anche oltre al Presidente del consiglio, mi sembra che ci sia anche un po’ di show, perché dà dei populisti da una parte, ma poi lui ne scrive abbondantemente», ha detto l’on. Stefano Buffagni, parlamentare del Movimento 5 Stelle e Vice Ministro allo Sviluppo Economico, ad Agorà di Rai Tre. Difficile dargli torto. Tornando al convitato di pietra Mario Draghi, molto più interessanti sono sia le parole di Giancarlo Giorgetti sia di Matteo Salvini. In un’intervista questa mattina il primo ha detto ha detto: «Sarebbe quello che ci vuole, per fare cose che un governo raccogliticcio come quello attuale, tutto e solo preso dal consenso, non potrebbe mai fare». Più sibillino ma non meno significativo il leader della Lega sulla verifica di Governo e sul futuro: «Penso che finirà in nulla e che questo continuo litigio porterà a un logoramento che farà saltare tutto. La via maestra sarebbero le elezioni, l’unica alternativa percorribile è un governo a guida centrodestra, non guidato da me, ci sono economisti e imprenditori che potrebbero accompagnare il Paese».