di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Mancano meno di dieci giorni a Natale e gli italiani, col fiato sospeso, attendono di sapere cosa potranno o non potranno fare durante le feste. A livello personale, se sarà consentito far visita al nonno che abita nel Paese a fianco, se si potrà incontrare qualche amico per gli auguri, quanti dovranno essere gli invitati per la Vigilia, a che ora si festeggerà la nascita del Bambinello. Perché queste sono le pericolose azioni che potrebbero generare la terza ondata, non le carenze del sistema sanitario, compreso il giallo sul piano pandemico, e nemmeno il tempo perso per la modernizzazione di trasporti e servizi. Sempre che poi non si pretenda, come avvenuto con lo shopping natalizio incentivato dal cash back governativo, che una volta stabilite delle norme, poi gli italiani, invece di rispettarle, come dovrebbero fare dei “bravi cittadini”, si autoimpongano regole più restrittive per sollevare il governo da ogni responsabilità. Pena, in caso contrario, ossia di semplice esecuzione dei deliberata di Conte e soci, l’essere considerati dei pericolosi untori o peggio dei “negazionisti”. Sarebbe comico se non fosse tragico, dato il fatto che siamo lo Stato europeo con più vittime da Covid, senza che a nessuno dei maggiori commentatori venga in mente il fatto che forse Speranza, Arcuri e gli altri abbiano commesso qualche – seppur minimo – errore. Non solo: sapere quali saranno le regole potrebbe forse aiutare i molti nostri concittadini che saranno investiti dai divieti non solo sul lato privato, ma anche sul versante lavorativo: specie i commercianti, ormai vero e proprio bersaglio mobile delle politiche governative, ai quali non è stata concessa neanche la possibilità di programmare spese, rifornimenti, tantomeno assunzione di personale in previsione dell’apertura o un profilo più basso in caso di – ormai probabile – chiusura dei propri esercizi. Forse, se il Consiglio dei Ministri infine riuscirà a trovare un accordo fra le diverse componenti, sempre più litigiose fra loro, tra vertici, verifiche e minacce di crisi, dovremmo finalmente apprendere cosa ci aspetterà per questo anomalo Natale 2020. Nel frattempo, gli italiani aspettano anche di conoscere il contenuto definitivo di due strumenti primari di politica economica: la legge finanziaria, che deve passare al vaglio delle Camere, e la pianificazione del Recovery Plan. Attraverso entrambe queste misure, essenziali per il nostro Paese, conosceremo i piani del Governo per superare l’emergenza sanitaria ed affrontare la crisi economica. Servirebbe un serio e puntuale confronto con le parti politiche e quelle sociali per impostare azioni efficaci, tenendo conto delle diverse esigenze e cercando di evitare passi falsi. Ma il dialogo langue, anche se l’Ugl ha idee chiare e proposte concrete che vorrebbe mettere a disposizione del Paese. Intanto abbiamo inviato le nostre osservazioni ai rappresentanti del centro destra, nostri naturali interlocutori, grazie anche all’incontro con il leader della coalizione e della Lega, Matteo Salvini. Noi ci siamo, per una finanziaria più equa, per una gestione efficace delle risorse che dovrebbero arrivare dall’Europa. Il Paese ha bisogno di risposte certe, rapide e soprattutto utili a innescare una ripresa, non solo economica, ma anche – dopo mesi così difficili – sociale e civile.