Salvini: «Vi imploriamo di non rubare le feste natalizie agli italiani»

Misure restrittive più stringenti per scongiurare una terza ondata di casi. Questo è l’obiettivo del governo, impegnato in queste ore ad inasprire le restrizioni, perché quelle attualmente in vigore sono ritenute insufficienti dagli esperti del Comitato tecnico scientifico. Quale strada intende seguire il governo? L’ipotesi più accreditata, trapelata dal vertice con le Regioni, a cui è seguita una videoconferenza tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i capi delegazione della maggioranza, prevede l’estensione della zona rossa a tutto il territorio nazionale fino alla Befana. Una soluzione che trova d’accordo i partiti che sostengono l’esecutivo. A nome del Partito democratico, Nicola Zingaretti e Dario Franceschini hanno richiesto espressamente misure più rigorose e restrittive. Italia viva ha annunciato invece che sosterrà lealmente il governo, purché le decisioni siano tempestive e le regole chiare. Cosa che non sempre è accaduta dall’inizio dell’emergenza sanitaria: troppo spesso il governo ha preso decisioni, salvo poi ripensarci e introdurne di nuove, senza offrire evidenze scientifiche a supporto delle scelte fatte. Tra le Regioni, invece, c’è chi è d’accordo – è il caso del governatore del Veneto, Luca Zaia –, chi non lo è (come il presidente ligure, Giovanni Toti, che si è chiesto «perché imporre alla Liguria una zona rossa per Natale quando i liguri in queste settimane si sono impegnati e sacrificati per far calare la curva del contagio, fino ad arrivare alla zona gialla») e chi invece ha deciso di affidarsi completamente al giudizio del governo, come il governatore toscano, Eugenio Giani. «Vi imploriamo di non rubare il Natale ai bimbi e alle famiglie di questo Paese», ha chiesto il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in Senato. «Non c’è un dato scientifico che ci dice che chiudendo a casa nonni e genitori a Natale ci sia un vantaggio sanitario», ha sottolineato, ricordando ai senatori che l’Italia è «il Paese con il più alto numero di morti in Europa. Solo questo ci dovrebbe dire “lavoriamo insieme”». Un’apertura alla collaborazione espressa più volte in passato e ribadita oggi, accompagnata da una richiesta: «Se domani il governo dice “si chiude”, noi pretendiamo che il minuto in cui si annunciano nuove chiusure, vengano fatti i bonifici a chi non riesce a vivere».