Audizione dei rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl sulla proposta di direttiva europea

Seppure in sordina, prosegue l’attività parlamentare sul salario minimo legale. Dopo la memoria richiesta nelle settimane scorse, la quattordicesima commissione del Senato ha voluto ascoltare direttamente i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per avere un ulteriore momento di confronto. In questo caso, però, a differenza di quanto successo finora con la questione trattata sempre dalle commissioni Lavoro, l’iniziativa è partita dalla commissione sulle Politiche dell’Unione europea, dove è attualmente in discussione la proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sui salari minimi adeguati nell’Unione europea. Una questione un poco diversa rispetto a quanto si era discusso finora in Italia, ma che potrebbe avere effetti comunque significativi anche sul versante della contrattazione collettiva e delle relazioni industriali. Al netto del fatto che l’Italia presenta comunque salari minimi più alti rispetto ai Paesi dell’Europa dell’Est, ma anche di diversi partner storici, allargando lo sguardo oltre le Alpi emerge chiaramente una forte differenza stipendiale sia nel lavoro privato che in quello pubblico. Conseguentemente, dai rappresentanti delle quattro confederazioni sindacali è arrivata la richiesta di una migliore e maggiore omogeneità nei salari, agendo su più leve, dal fisco alla contrattazione, passando per la produttività e la partecipazione dei lavoratori.