di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

In effetti, come non concordare con Time? A rappresentare degnamente un’annataccia come questo 2020, di pandemia, lockdown, crollo economico e disgregazione sociale in tutti i paesi dell’Occidente, il prestigioso settimanale non poteva scegliere persone più adatte: Joe Biden e Kamala Harris. Sono loro, infatti, il nuovo Presidente Usa e la sua vice, in coppia, le “persone dell’anno” secondo la famosa rivista statunitense. Certo, di solito per ogni elezione per la Casa Bianca vinta c’è una copertina dedicata, così è stato per tutti i presidenti sin dai tempi di Roosevelt, ma stavolta l’intenzione della testata, di proprietà dell’imprenditore Benioff, schierata, come praticamente tutti i mass media, in modo militante contro Trump, sembra quella di voler investire il “duo” – non il solo presidente eletto, figura piuttosto debole e priva di carisma, ma anche la Harris, chiamata a dare maggior forza al mandato di Biden – del ruolo di nuovo campione del mondo democratico, come fu a suo tempo per Barack Obama. Solo che per farne uno, di campione, sono servite due persone, infatti a Joe Biden spetta il primato di essere l’unico presidente eletto ad essere stato affiancato dal proprio vice nella copertina di prassi. La rivista si dichiara indipendente, ricorda di aver sempre scelto i protagonisti da insignire del titolo di “persona dell’anno” in base alla loro importanza, al loro essere decisivi per la vita di milioni di persone, nel bene o nel male, e non per simpatia – ai loro tempi furono scelti anche Hitler e Stalin, ad esempio – ma la sensazione è che anche il Time riponga molte speranze nella coppia chiamata a prendere il posto di Trump: «Il ticket Biden-Harris rappresenta qualcosa di storico: la persona dell’anno non riguarda soltanto quello appena passato, ma anche dove siamo diretti. I prossimi quattro anni saranno un test enorme per loro e per tutti noi, e vedremo se riusciranno a riportare l’unità che hanno promesso», così il direttore della testata, Edward Felsenthal. Staremo a vedere. Per il momento Biden – con l’appendice della Harris, a questo punto d’obbligo – può già vantare di aver portato all’America e al mondo grandi successi: le manifestazioni del Black Lives Matter sono infatti miracolosamente scomparse non appena eletti, pacificati i rapporti fra cittadini neri e forze dell’ordine al solo passaggio di consegne alla Casa Bianca. Il vaccino contro il Covid-19, altrettanto prodigiosamente, dopo essere stato studiato per mesi, è saltato fuori proprio in concomitanza con il cambio della guardia ai vertici Usa. E i più maligni, fra cui l’ex presidente americano, annoverano fra i prodigi del duo anche quello di aver moltiplicato non i pani e i pesci, ma gli elettori, e persino di aver resuscitato qualche morto per permettergli di votare per i democratici. Di questo passo, se la coppia presidenziale avrà anche l’ardire di rinfocolare qualche conflitto nelle aree più calde del mondo, come fece per l’appunto Obama, potrà anch’essa, sempre in tandem chiaramente, aspirare – perché no? – al Nobel per la Pace.