Brexit: Ue e GB verso un “no deal”? Posizioni distanti, tempi stretti. Gentiloni: «La Commissione europea è pienamente impegnata nel provare a farlo. Ma se mi chiedete quale sarà la fine è molto difficile rispondere»

Deal or No Deal? È finita con un nulla di fatto il confronto di ieri sera tra la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, e il l’alfiere del sovranismo britannico, Boris Johnson, sull’accordo per la Brexit. Eppure l’accordo di due giorni fa che ha evitato l’innalzamento della frontiera tra Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda, al centro di trent’anni di guerra civile sull’isola, sembrava potesse propiziare il “Deal”. Invece si continuerà a trattare fino a domenica, con tempi ristretti e posizioni molto distanti. La Commissione UE si è già preparata a un “no deal” sulla Brexit, con la messa a punto di quattro misure di emergenza su pesca, connettività aerea e stradale di base, sicurezza aerea. Nodi “tecnici”, questi ultimi, sui quali la trattativa si è arenata. Scopo delle misure anticipate da Bruxelles è far fronte al periodo durante il quale non sarà in vigore alcun accordo. Se nessun accordo entrerà in vigore le misure termineranno dopo un periodo determinato. I “nodi tecnici” sono la punta dell’iceberg di una epocale questione politica. Rispondendo seccamente alle interrogazioni dell’opposizione laburista sull’esito dell’incontro di Bruxelles fra Johnson e von der Leyen, la ministra Penny Mordaunt, Paymaster General della compagine Tory di Boris Johnson, ha dichiarato alla Camera dei Comuni: «Il governo britannico auspica ancora un accordo di libero scambio con l’Ue sul dopo Brexit, ma solo se compatibile con la ritrovata sovranità del Regno», «non possiamo accettare un compromesso sul controllo della nostra moneta, delle nostre leggi, dei nostri confini e del nostro pesce«. «L’unico accordo possibile è uno che rispetti la nostra sovranità». Se dalla parte laburista sono stati evocati rischi per l’economia britannica legati a un eventuale “no deal”, chiedendo garanzie contro il pericolo di conseguenze ulteriori sulla sicurezza del Paese e sulla cooperazione anti terrorismo, i Tory, che nella Camera dei Comuni dispongono di una novantina di seggi, hanno appoggiato la linea del primo ministro sulla partita Brexit. E Bruxelles? Arrivando al vertice Ue, Ursula von der Leyen ha detto: «Col premier Boris Johnson ieri sera abbiamo avuto una lunga discussione, è stata buona, ma è difficile. Vogliamo garantire l’accesso al mercato unico ai nostri amici britannici, ma le condizioni devono essere giuste. Devono essere eque per i nostri lavoratori e le nostre imprese e questo equilibrio non è stato raggiunto, perciò i nostri negoziatori stanno ancora lavorando e prenderemo una decisione domenica». Ma quand’anche si arrivasse a un accordo nello sprint finale, non è detto che l’accordo possa «entrare in vigore in tempo».