«Circa 70mila studenti con disabilità non hanno preso parte alle lezioni online»

La didattica a distanza (Dad) ha rappresentato un valido strumento per consentire lo svolgimento delle lezioni scolastiche anche nel momento più difficile della pandemia. A volte, però, alcuni studenti sono stati tagliati fuori – nella maggior parte dei casi perché membri di famiglie senza una valida connessione ad internet –, tra questi ci sono moltissimi alunni con disabilità. A rivelarlo è un rapporto dell’Istat, “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità», riferendo che, con la didattica a distanza, è diminuita la partecipazione degli alunni con disabilità: tra aprile e giugno 2020, oltre il 23% degli alunni con disabilità (circa 70 mila sui quasi 300mila iscritti nelle scuole italiane) non ha preso parte alle lezioni, quota che cresce nelle regioni del Mezzogiorno dove si attesta al 29%. Quali sono i motivi che ne hanno reso impossibile la partecipazione alla didattica a distanza? L’Istat ha risposto anche a questa domanda, spiegando che nel 27% dei casi la responsabilità è attribuibile alla gravità della patologia, nel 20% alla mancanza di collaborazione dei familiari e nel 17% al disagio socio-economico. In altri casi, invece, la causa dell’esclusione è dovuta alla difficoltà nell’adattare il Piano educativo per l’inclusione (Pei) alla Didattica a distanza (6%), alla mancanza di strumenti tecnologici (6%) e, per una parte residuale, alla mancanza di ausili didattici specifici (3%). Secondo l’Istat, «le difficoltà di carattere tecnico e organizzativo, unite alla carenza di strumenti e di supporto adeguati e alle difficoltà d’interazione, hanno reso quindi la partecipazione alla Dad più difficile per i ragazzi con disabilità, soprattutto in presenza di gravi patologie, o se appartenenti a contesti con un elevato disagio socio-economico».