I ministri Speranza e Boccia chiedono al governatore Marsilio di revocare l’ordinanza che decreta il passaggio della regione da zona rossa ad arancione

Quello tra il governo e le Regioni è un rapporto tutt’altro che idilliaco. Di momenti di tensione tra le parti, se ne sono registrati parecchi in questi mesi. L’ultimo, solo qualche giorno fa, con le Regioni che hanno criticato duramente il modus operandi del governo nella stesura dell’ultimo dpcm, contenente le misure restrittive per le festività natalizie, decise senza consultare i governatori locali. Ad aprire l’ennesimo caso, questa volta, è stato il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, che, con un’ordinanza ha anticipato di un paio di giorni il passaggio da zona rossa ad arancione della regione. «Non sono un irresponsabile», ha detto il governatore a Rai Radio 1, difendendo così la sua scelta. «Non cerco uno scontro istituzionale», ha assicurato. «Collaboro con il governo ma credo che il governo abbia interpretato in modo sbagliato le norme e le tempistiche che non tengono conto dei dati reali e della necessaria sintesi tra emergenza sanitaria e necessità di far ripartire il Paese», ha concluso. «La invitiamo e la diffidiamo a revocare ad horas l’ordinanza regionale ricordandole le gravi responsabilità che potrebbero derivare dalle misure da lei introdotte riguardo alla salute dei cittadini», hanno scritto in una lettera il ministro della Salute, Roberto Speranza, e quello per gli Affari regionali, Francesco Boccia. Oltre a difendere la decisione di Marsilio – «Può riaprire le attività in sicurezza perché i dati epidemiologici lo consentono» –, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha espresso «solidarietà per le inaccettabili minacce ricevute dal Governo». Secondo Meloni, «ignobile l’accusa di irresponsabilità e di mettere in pericolo la salute dei cittadini: l’Abruzzo è stata, insieme all’Alto Adige, l’unica regione ad aver anticipato l’ingresso in zona rossa prima della decisione del Governo e che ha avviato uno screening massivo per individuare asintomatici e spegnere focolai sul nascere». «I primi responsabili della diffusione del virus sono Conte e i suoi ministri, che pontificano in Tv ma non hanno fatto assolutamente nulla per fermare il contagio e aiutare famiglie e imprese in ginocchio», ha concluso Meloni.