Oggi Consiglio dei Ministri sulla task force già slittato a mercoledì sera. Sul Mes qualche problema di numeri in Senato.

Creare suspance tra Recovery Fund e Mes? Con questa maggioranza si può. Siamo infatti all’ennesima «settimana decisiva» per il Governo e per la tenuta della maggioranza. Oggi il Consiglio dei Ministri si è riunito con due ore di ritardo rispetto al programma per la governance della struttura o task force che dovrà gestire i 209 miliardi del Recovery Fund. Mercoledì in Parlamento si voteranno le risoluzioni in vista del Consiglio europeo, di giovedì e venerdì, sulla riforma del Mes. È guerra all’interno della maggioranza, tra «maggioranze nella maggioranza», Italia Viva, e dissidenti del M5s. Il Governo rischia di cadere? Sul Recovery Fund protagonista è Matteo Renzi con la sua Italia Viva, che stanotte ha abbandonato prima ancora che finisse una riunione di maggioranza, ma anche il Pd ci ha messo del suo. Il punto è che i 6 manager della task force, muniti di 90 tecnici, potranno avere poteri sostitutivi sulle amministrazioni inadempienti. I ministri renziani non sono disposti a votare “al buio”, scelte e modifiche non sono state infatti condivise ma solo conosciute attraverso le indiscrezioni apparse sui mezzi di informazione. Risultato? Il cdm di oggi sarà un confronto sull’intera partita del Next Generation Eu, a cominciare dalle risorse dalle sei macroaree che definiscono il Recovery plan italiano. Ma il via libera definitivo alla cabina di regia chiamata a gestire le risorse, con Italia Viva sulle barricate, dovrebbe arrivare solo nella serata di mercoledì, se non nella notte.

Sul Mes, altra grande preoccupazione per il confronto in Parlamento, la maggioranza può facilmente traballare in Senato: Forza Italia non aiuterà il Governo a far passare la riforma (non l’utilizzo), perché «le indicazioni del leader sono precise. Noi siamo favorevoli all’utilizzo della linea sanitaria del Mes, che è vantaggiosa per l’Italia, e siamo contrari al trattato di riforma», ha spiegato il vice presidente Antonio Tajani. Il problema vero sono una cinquantina di senatori M5s. In queste ore e fino a mercoledì, disperati tentativi di mediazione. Ma che governo è quello che per stare in piedi ha bisogno dei voti dell’opposizione? Intervistato da Radio24 stamattina il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, ha preconizzato: «Ci sarà la maggioranza. Il premier non può andare in Europa senza un mandato chiaro di una maggioranza parlamentare». Ha poi aggiunto: «Chi si assume questa responsabilità ne trarrà le conseguenze. Vedremo cosa succederà dopodomani».