Dall’ultimo Dpcm al rapporto Censis: all’Italia rimane poco da festeggiare. Mazzata dal Censis: «Il sistema Italia è una ruota quadrata che non gira». Il 73,4% degli italiani ha paura del futuro

La presentazione delle misure del nuovo Dpcm, avvenuta ieri sera all’ora di cena nelle case degli italiani, continua a suscitare polemiche e a rovinare le festività prima ancora che arrivino, con tutto quel che ne consegue. Molte le scelte insensate nel decreto che conferma la suddivisione dell’Italia in tre fasce di colore: dal 21 dicembre al 6 gennaio sono vietati gli spostamenti tra Regioni salvo i casi di lavoro, necessità e salute e per fare ritorno a residenza, domicilio o abitazione; vietati a Natale, il 26 e a Capodanno, salvo i soliti casi, gli spostamenti tra Comuni. Scelte che mettono in difficoltà milioni di famiglie. Fino alla Befana, negozi aperti fino alle ore 21 per diluire la presenza di acquirenti in più ore della giornata, ma i centri commerciali continuano a restare chiusi nei fine settimana. Gli hotel potranno restare aperti, ma i ristoranti all’interno delle strutture saranno chiusi la sera di Capodanno. Si raccomanda di festeggiare solo con familiari conviventi, senza indicare un numero massimo di commensali. Se in albergo, sarà possibile trascorrere il veglione di Capodanno solo in camera, ordinando la cena. Feste ridimensionate, viaggi sostanzialmente disincentivati. Non ci si può consolare né con cinema, teatri e musei. Tutto ciò ha un “costo” sociale e economico, proprio in un momento in cui, invece, si dovrebbero porre le basi (cosa che sarebbe già dovuta avvenire in verità) per una ripresa. Coldiretti ha calcolato che l’addio al tradizionale cenone di fine anno fuori casa, colpisce quasi 6 milioni di italiani con un crack di circa mezzo miliardo per ristoranti, alberghi e agriturismi. Ma la vera mazzata è arrivata dal Censis: «Il sistema Italia è una ruota quadrata che non gira: avanza a fatica, suddividendo ogni rotazione in quattro unità, con un disumano sforzo per ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti. Mai lo si era visto così bene come durante quest’anno eccezionale, sotto i colpi dell’epidemia». Veniamo ai dati: il 73,4% degli italiani ha paura del futuro: per l’85% la divisione vera è tra chi ha un posto di lavoro sicuro e chi no; il 76% del totale dell’occupazione andata in fumo. Solo il 28% ha fiducia nelle istituzioni, mentre il 3% della popolazione detiene il 34% della ricchezza del Paese. Tuttavia il 79,8% degli italiani è d’accordo con le misure restrittive per Natale. Insomma, non siamo più neanche gli stessi scolaretti indisciplinati di una volta.