Nuovo dpcm: la Valle d’Aosta non ci sta. Giornata di febbrili trattative sulle norme. Tensioni, litigi e dietrofront sul testo del decreto di Natale che conterrà regole e deroghe destinate a cambiare le abitudini degli italiani per i prossimi 50 giorni

L’ultimo Dpcm in arrivo domani 4 dicembre continua a ricevere grandi contestazioni. In rivolta su tutti è la Valle d’Aosta. Il governo oggi ha inviato alle Regioni la bozza del nuovo Dpcm che sarà in vigore dal 4 dicembre al 15 gennaio: sono minimi i margini di modifica rispetto alle anticipazioni sul testo che stanno circolando, ma evidentemente ci si prova. Tenendo conto che, dopo aver approvato e inviato in Gazzetta ufficiale il decreto legge che regola gli spostamenti ed estende la durata dei Dpcm a 50 giorni, il premier entro stasera dovrà firmare il nuovo testo con le nuove regole e la conferma di misure e divieti già in vigore. Alle 20.20 dovrebbe illustrare le decisioni prese. Qualche governatore si è lamentato: il presidente della Liguria, Giovanni Toti, per il quale «è scorretto che il Governo decida senza gli enti locali», soprattutto in merito alle limitazioni sugli spostamenti; anche per il Governatore del Veneto, Luca Zaia, sullo stesso tema «il nuovo Dpcm lascia non poche perplessità». Non poter uscire dalla propria città al Nord e nei piccoli centri equivale a non potersi ricongiungere con i propri parenti. Non mancano rilievi neanche all’interno della maggioranza: Davide Faraone, senatore di Italia Viva, trova «ingiustificabile chiudere outlet e centri commerciali». Cosa ha fatto la Valle d’Aosta? Dopo la conferma della zona rossa e il no del Governo all’apertura dello sci a Natale, ha aperto lo scontro con l’approvazione del Consiglio regionale di una legge che rivendica l’autonomia rispetto ai poteri statali nella gestione dell’emergenza sanitaria del coronavirus. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha chiesto subito di impugnare la norma. Oggi c’è stato un infuocato scambio di lettere tra il ministro degli affari regionali, Francesco Boccia, che ha invitato il presidente della Regione, Erik Lavevaz, a revocare l’ordinanza di lunedì con cui è stato riaperto il commercio al dettaglio, in deroga alla zona rossa. Ma nessuna paura: per tutta risposta, il Consiglio regionale della Valle d’Aosta è riunito per tutta la giornata di oggi anche per discutere intorno alla gestione della pandemia alla luce del nuovo DPCM. L’idea già trapelata è, oltre all’apertura della stazione sciistica di Cervinia già in funzione da inizio novembre per gli allenamenti degli atleti, aprire gli impianti sciistici per l’attività agonistica. O saranno strappi o febbrili trattative tipiche della “vigilia” prima dell’emanazione di un decreto che condizionerà la vita degli italiani per 50 giorni.