L’Istat si limita a fotografare una situazione che non coincide con la realtà

Numeri sicuramente da interpretare con estrema attenzione, quelli relativi all’andamento del mercato del lavoro nel nostro Paese. L’Istat prova a fotografare la tendenza in atto, anche se, per ovvie e argomentate ragioni, la fotografia è molto sbiadita e poco rispondente alla realtà dei fatti. A distanza di un anno, la forza lavoro in Italia è diminuita di 431mila unità. La forza lavoro è data dalla somma fra occupati e disoccupati, vale a dire coloro che cercano attivamente una nuova occupazione. Un calo importante che, però, rende fino ad un certo punto l’idea di quello che sta succedendo. Nello stesso periodo, gli occupati sono diminuiti di 573mila unità. Occorre peraltro ricordare un aspetto. Gli occupati sono cosa diversa dai contratti di lavoro; del resto il ricorso ai contratti a termine continuano a segnare il passo, tanto che, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ne mancano circa 400mila. Nel frattempo, i disoccupati sono saliti a poco di 2,5 milioni. Soprattutto, però, gli inattivi continuano ad essere poco meno di 13,6 milioni di unità; il leggero calo dell’ultimo mese non deve trarre in inganno. Su tutto quanto pesa, inevitabilmente, cosa succederà nei prossimi mesi al termine della fruizione degli ammortizzatori sociali e, soprattutto, con la fine dello stop ai licenziamenti, temi richiamati da Cgil, Cisl, Uil e Ugl anche in audizione parlamentare.