Disoccupazione giovanile al 30,3%. E Parisi è ancora fermo. Il presidente dell’Anpal non ha ancora stabilizzato tutti i precari storici dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro

L’Istat pubblica oggi che il tasso disoccupazione giovanile nel mese di ottobre è tornato a salire arrivando al 30,3%, pari a una crescita di 0,6 punti. Questo il dato che interessa evidenziare tra quelli, comunque gravi, emersi dall’indagine “occupati e disoccupati” che nel complesso dà un tasso di occupazione stabile al 58%. Se anche il tasso di disoccupazione a sua volta resta stabile al 9,8%, ma in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto a ottobre 2019, tra i giovani galoppa e prevedibilmente continuerà a farlo nei mesi successivi. In tutto ciò la pandemia fa la sua parte, ma a volte è un alibi fin troppo comodo. La pandemia sta semmai evidenziando i nodi sempre irrisolti del mercato del lavoro. Tra questi, le politiche attive e l’immobilismo del presidente di Anpal e Anpal Servizi, Agenzie – per chi non lo sapesse – a totale controllo pubblico che operano per conto del ministero del Lavoro nel campo delle politiche attive, che sono quell’insieme di iniziative messe in campo dalle istituzioni per favorire il reinserimento nel ciclo produttivo di lavoratori e la promozione dell’occupazione in Italia e all’estero.  L’occupazione, rileva oggi l’Istat, è in calo tra gli uomini, i dipendenti a termine, gli indipendenti e tutte le altre classi d’età? Ebbene l’Anpal, guidato da Domenico Parisi, l’italo-americano del Mississippi, spesso, troppo spesso lontano dall’Italia, avrebbe dovuto garantire la stabilizzazione dei suoi precari storici, quelli che si dovrebbero occupare di ricollocare disoccupati e percettori del reddito di cittadinanza. Soltanto 140 su 654 contratti a tempo sono stati convertiti. Il rischio, persino per loro, di diventare disoccupati è reale. Paradossalmente Parisi in audizione ha dichiarato in Commissione Lavoro che occorre ampliare il ruolo dei navigator, «rendendoli operatori di intervento ad ampio raggio e quindi non circoscritti solo al reddito di cittadinanza», proponendo la proroga per un altro anno del loro contratti. Ma intanto ne ha stabilizzati solo 140 su 654. L’immobilismo di Parisi è tale che il ministero del Lavoro dovrà farsi carico delle competenze di Anpal. A questo punto non sarebbe meglio lasciare Parisi là dove preferisce stare, il Mississippi? Non dobbiamo stupirci, allora, se il mercato del lavoro italiano va come va. Se sei giovane e hai voglia di lavorare, in Italia ti restano davvero poche speranze.