di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Non si finisce per commentarne uno, il blitz rosso PD-Leu alla legge di bilancio che ha fatto entrare dalla “porta di servizio” una patrimoniale proprio poco dopo che con il centrodestra aveva votato lo scostamento di bilancio per ottenere uno slittamento delle scadenze fiscali, che ne sono arrivati subito altri due. Il primo, la fiducia della Camera sulle modifiche al decreto sicurezza per la parte relativa alle norme sull’immigrazione, che attraverso un escamotage consentirebbe agli immigrati clandestini, pur in crescente arrivo sulle nostre coste, di ricevere accoglienza in Italia e il secondo, la riforma del Mes votata ieri dall’Eurogruppo, dalla quale l’Italia, meglio il ministro Gualtieri e quindi il Governo, ha tolto il veto, continuando tuttavia a sostenere la propria contrarietà al Mes e al suo utilizzo. Venire a sapere che, sempre a fatto compiuto, una parte, le solite “anime belle”, dei 5s o, a seconda dei casi, del PD, su ognuno dei suddetti inganni si sia mostrata contraria, non cambia la sostanza delle intenzioni e delle mosse, nel caso della patrimoniale addirittura truffaldine e dal sapore inutilmente giustizialista. Di questi giochini, condotti al solo scopo di dimostrare di esistere, prima o poi qualcuno ne pagherà il conto. Nel frattempo, le cronache politiche riportano una frase di Graziano Delrio, esponente del PD e ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio ai tempi di Matteo Renzi, il quale in merito all’ultima idea del premier Giuseppe Conte, la faraonica task force per la gestione dei fondi del Recovery Fund, avrebbe detto: «Si ricordi (Conte, ndr) di chi lo ha messo lì…», intendendo con ciò i partiti, oggi M5s e PD, ieri M5s e Lega. Allora forse sarebbe meglio ricordare un po’ a tutta l’attuale maggioranza che il Governo più rappresentativo della volontà dagli italiani era quello gialloblu il quale, proprio a fronte di tutte le operazioni di maquillage e di restyling fatte a spese degli italiani dalla maggioranza giallorossa, si stava rivelando il vero governo del Cambiamento. Cancellarne le tracce non servirà perché gli italiani ricordano chi hanno votato e di sicuro non hanno votato in massa il PD né Leu, neanche lontanamente sospettando che un giorno sarebbe nata Italia Viva. Un simile promemoria, dalle parti di Palazzo Chigi e del Parlamento, andrebbe fatto a scadenze regolari da parte di coloro che si trovano alla guida del Paese e che il fatto di governare nel mezzo di una lunga e estenuante pandemia, non consente né il lusso né il rischio di dare con una mano e con l’altra di togliere. Attenzione, perché gli inganni, come le bugie, hanno le gambe corte.