di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

La seconda ondata di coronavirus si sta rivelando molto diversa rispetto alla prima. Da tanti punti di vista e anche da quello della percezione della pandemia. Nella giornata di ieri, se i contagi, 23 mila in più, per quanto numerosi, sembrano essere entrati in fase discendente, c’è stata, però, una nuova impennata nel numero delle vittime da Covid-19. 853 nell’arco di 24 ore, raggiungendo quasi il picco massimo del 27 marzo. Una cifra drammatica, eppure attorniata da molta meno enfasi rispetto a quanto accadeva la scorsa primavera. Forse questo minore pathos è causato dalla naturale capacità di adattamento a una condizione che ormai ci coinvolge da mesi. Oppure i timori generati dalla pandemia sono stati surclassati dalla preoccupazione sempre maggiore per le gravissime conseguenze economiche e sociali determinate dalle chiusure e sono stati messi in ombra dalla crescente delusione in merito ai provvedimenti spesso insoddisfacenti messi in atto dal governo. Fatto sta che lo spirito di solidarietà che c’era nella prima ondata si è affievolito. Nonostante tutto, però, non deve mai mancare quel senso di vicinanza e gratitudine che durante i periodi più duri della scorsa primavera aveva circondato il nostro personale sanitario, in prima linea nella lotta al virus. Negli ultimi dieci giorni sono stati 27 i medici deceduti a causa del Covid, 12 gli infermieri venuti a mancare da settembre a oggi. Anche la seconda ondata sta mietendo molte vittime nel mondo della sanità. Sono 52 mila i lavoratori della sanità contagiati, in base ai dati forniti dalla fondazione Gimbe. Il nostro personale sanitario deve essere protetto e tutelato in modo adeguato affinché possa lavorare – a beneficio, fra l’altro, di tutti noi – in piena sicurezza. Dotazioni di dispositivi di protezione, mezzi sufficienti, tamponi frequenti, formazione specifica. Per medici di base e medici ospedalieri, infermieri e per tutti gli operatori non medici della sanità. Iniezioni di personale a colmare le annose carenze di organico, trattamenti economici adeguati per tutti i lavoratori della sanità, senza dimenticare nessuna delle professionalità coinvolte nella battaglia contro il Covid-19. La pandemia ha reso evidente l’importanza del sistema di welfare in generale e della sanità in particolare. Dobbiamo fare in modo che questa rinata consapevolezza si traduca in azioni concrete di miglioramento di un settore essenziale, attraverso un rinnovamento delle strutture, attraverso un sistema che possa garantire agli utenti, a tutti i cittadini italiani su tutto il territorio nazionale, servizi adeguati e mediante anche un trattamento lavorativo per tutto il personale della sanità, nessuno escluso, al livello di quello degli altri Stati europei. Sono sempre in prima linea, anche durante questa seconda ondata, non dobbiamo dimenticarlo.