Sanità Calabria: tutto in una notte, ma dal Cdm un altro nulla di fatto. PD e M5s mandano in stallo Palazzo Chigi che sperava di risolvere in qualche ora il caos che aleggia da settimane intorno alla carica di Commissario. Ipotesi Miozzo

Dal tavolo del Consiglio dei Ministri, concluso dopo la mezzanotte, per la nomina del nuovo Commissario della Sanità calabrese ne sono usciti “frullati” appena entrati, non uno ma due nomi: Narciso Mostarda e Luigi Varratta. Nonostante il premier Giuseppe Conte, sempre in stretto contatto con il ministro Roberto Speranza, sperasse di chiudere la partita in serata. Una settimana di riflessione e di esplorazione alla ricerca di un nome adeguato, nonché una serie di magre figure, non è bastata. I profili professionali di Mostarda e Varratta, al di là delle appartenenze politiche, evidentemente non hanno avuto la forza di imporsi. Cinquantotto anni, direttore generale della Asl 6 di Roma, medico specializzato in neuropsichiatria infantile, nonché assessore al Comune di Frosinone per il partito di Nicola Zingaretti, Mostarda è il nome proposto dal Pd al CdM. Contrastato, dopo un’iniziale convergenza dell’esecutivo, dal M5s che gli ha opposto Luigi Varatta, prefetto con un passato nel ruolo a Crotone e a Reggio Calabria, ed esperienza di Subcommissario alla Sanità a Bari. A quanto riportano le cronache, per arrendersi ai Cinquestelle è bastata l’opinione autorevole del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, il quale ospite a DiMartedì su La7, ieri sera, ha commentato a caldo: «Li conosco così, ma per me conoscere vuole dire averlo ‘pesato’, averlo valutato sul campo di battaglia. Varratta faceva il prefetto, ora mi pare che da un anno sia in pensione. Non so poi nel mondo della sanità quali competenze…se ce la farà, non ce la farà. Io penso che oltre a un prefetto ci voglia gente competente». Ce n’è per tutti: anche il leader della Lega, Matteo Salvini, sempre ieri sera, ha detto la sua: «Con tutto il rispetto per un dirigente della sanità di Zingaretti, la Lega continua a ritenere che la scelta migliore sia quella di un manager o di un medico calabrese, che già conosce la realtà da risanare». Dunque nulla di fatto già si parla di un terzo nome: l’ipotesi è chiedere ad Agostino Miozzo, attuale coordinatore del Cts, di ricoprire l’incarico. Ma come ci ha insegnato l’esperienza bisogna attendere i fatti o altri colpi di scena. Bisogna capire se è disposto a finire in quello che sembra essere diventato un tritacarne. Un fatto è evidente: lo stallo della maggioranza, in un momento in cui le decisioni andrebbero prese velocemente e con efficacia. Per la maggioranza, in Parlamento, tra Ristori, dpcm, manovra e Mes si aprono già da domani, con il voto sullo scostamento di bilancio, giornate roventi. Qualche autorevole esponente del Pd ha consigliato un «rimpasto» di Governo con l’ingresso di nomi importanti, più autorevoli, che dovrebbero mettere al sicuro il premier rispetto al timore che il rimpasto diventi il varco per un cambio a Palazzo Chigi. Ma tutti hanno diritto ad una garanzia, in primis i calabresi.