Festività? Il tenore di vita degli italiani sta crollando. Censis-Tendercapital: 7,6 milioni di persone hanno avuto un peggioramento della propria condizione. Cinque milioni hanno difficoltà a metter su un pasto decente

Mentre il presidente del Consiglio, il ministro della Salute, gli esperti e le Regioni dibattono sulle nostre festività, oggi si “scopre” che il peggio non è il coprifuoco anche la notte del 24 dicembre o l’impossibilità di organizzare pantagruelici cenoni in compagnia di parenti di secondo grado e amici, e di baciarci e abbracciarci con loro, o non poter andare in vacanza in qualche amena località. Il peggio lo ha rilevato con la freddezza e l’impatto dei numeri il Censis: in Italia il tenore di vita è peggiorato per ben 7,6 milioni di persone. «Cinque milioni di italiani hanno difficoltà a mettere in tavola un pasto decente, sette milioni e 600mila hanno avuto un peggioramento del tenore di vita. Il 60% degli italiani ritiene che la perdita del lavoro o del reddito» siano eventi possibili che potranno riguardarli nel prossimo anno. Un quadro devastante che impedisce a milioni di italiani, anche senza le restrizioni per contrastare la pandemia da Coronavirus, di passare un sereno Natale, così come emerge dal II Rapporto Censis-Tendercapital sui Buoni Investimenti, intitolato “La sostenibilità al tempo del primato della salute”. In questo quadro non possono far altro che peggiorare i divari di sempre, come ad esempio il gender gap: tra uomini e donne ci sono 20 punti di differenza nel tasso di occupazione e, in questo periodo, il tasso di occupazione delle donne è diminuito quasi del doppio rispetto a quello degli uomini. Se per il 54% delle donne che lavorano in questi mesi sono aumentati stress e fatica, per gli uomini la stessa condizione riguarda “solo” il 39%, non poco ma rispetto alle donne la differenza di impatto è evidente. Così anche per le le differenze generazionali: tutti i fenomeni di riduzione dell’occupazione colpiscono di più i giovani rispetto ai lavoratori adulti. Di conseguenza, oltre al gap di genere, si è ulteriormente ampliato quello generazionale. Differenze anche nell’accesso al web, con il 40% di famiglie a basso livello socioeconomico che non ha accesso alla rete, mentre tra le famiglie ad alto livello socioeconomico sono solo l’1,9%. Deprimente il quadro che emerge dal rapporto: si uscirà dalla pandemia con una società più diseguale, sia in termini di redditi e patrimoni, sia per quanto riguarda le altre differenze. Ciò dimostra inoltre che le politiche e le risorse stanziate dal Governo per limitare gli effetti del lockdown sull’economia non sono stati né efficaci né sufficienti, mentre l’indebitamento dello Stato sta comunque arrivando alle stelle.