In Europa, tra questi animali si è sviluppata una mutazione del coronavirus, già trasmessa ad alcune persone

Un’ordinanza firmata dal ministro della Salute, Roberto Speranza, ha disposto la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni in Italia. Lo stop durerà fino a febbraio 2021, quando verrà condotta una nuova valutazione sullo stato epidemiologico. «Pur essendo il numero degli allevamenti in Italia molto ridotto rispetto ad altri Paesi europei, si è valutato di seguire il principio della massima precauzione in osservanza del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità», ha sottolineato in una nota il ministero. Scettica la Lav, la Lega anti-vivisezione, che ha espresso qualche dubbio sull’efficacia dell’ordinanza che blocca gli allevamenti nei «tre mesi, fino a febbraio prossimo», che «sono quelli durante i quali il normale ciclo di “produzione” dei visoni è di fatto fermo». In alcuni Paesi europei, infatti, tra i visoni, allevati per la pelliccia, si è sviluppata una mutazione del virus, che poi è stata trasmessa ad alcune persone. È accaduto nei Paesi Bassi, in Spagna e in Danimarca, con i governi locali che hanno deciso l’abbattimento di centinaia di migliaia di esemplari, per scongiurare che la mutazione del coronavirus tra i visoni possa rendere meno efficaci i futuri vaccini contro il virus. Una misura che, nel caso danese – dopo la Cina, la Danimarca è il secondo più grande esportatore di pelliccia di visone a livello mondiale –, avrà un costo enorme: fino a 785 milioni di euro, senza tener conto dei risarcimenti che andranno agli allevatori. Il governo olandese invece ha anticipato la chiusura di tutti gli allevamenti di visone – una misura proposta al governo italiano anche dalla Lav –, prevista per il 2024, al marzo 2020.