Coldiretti/Ixè: senza pranzi e cenoni una perdita di 5 miliardi di euro. «A rischio i consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta». E non solo.

Si attende ad ore il passaggio ad arancione o rosso di alcune regioni gialle e il Governo già sta lavorando al Natale. Un Natale possibile solo con parenti di primo grado, solo genitori e fratelli. Mario Galli, primario infettivologo dell’Ospedale Sacco di Milano, è stato chiaro: «Natale e Capodanno sono due grandi feste, se le affrontiamo con lo stesso spirito di ferragosto non ne usciamo più». Allora perché non chiudere settimane prima per assicurarsi un vero Natale? A Galli non basta: «Se anche ipoteticamente chiudessimo tutto per due o tre settimane o riaprissimo a Natale è evidente che la riapertura non sarà una riapertura che può consentire alle persone di andare per cenoni e veglioni». Quindi serve a poco chiudere? E la confusione regna sovrana. Ma tranquilli, il Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, ha oggi annunciato: «Confidiamo di poter vaccinare i primi italiani alla fine di gennaio». Speriamo non vada a finire come con le mascherine nei mesi del lockdown e come gli inutili banchi a rotelle nelle Scuole. Nel frattempo, rigore assoluto, ovviamente anche per Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma, – per inciso querelato ieri dal presidente della Campania, Vincenzo De Luca – «Sarà un Natale di estrema prudenza in cui purtroppo la circolazione del virus sarà ancora intensa. Un cenone con poche persone che si conoscono e che stanno molto attente alla distanza e all’igiene e che festeggiano in maniera sobria». Sobria? Forse intendeva niente abbracci e baci, come minimo. Almeno ubriacarsi si potrà? Sullo stesso registro il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa (PD): «Non credo che ci possano essere allentamenti delle misure per Natale. Sarà un natale ben diverso da quello che abbiamo conosciuto».

Allo stato d’animo dei bambini, i veri protagonisti del Natale, qualcuno ci ha pensato? Certo che sì: il premier in persona. Ha risposto alla lettera di un bambino di 5 anni, Tommaso,  che ha chiesto un’autocertificazione speciale per Babbo Natale affinché possa consegnare i doni a tutti i bambini del mondo. «Babbo Natale – ha risposto Conte – ha già un’autocertificazione, può viaggiare dappertutto, senza alcuna limitazione». Babbo Natale, ha sottolineato il premier, indossa sempre la mascherina e mantiene la giusta distanza, suggerendo a Tommaso di lasciare sotto l’albero un liquido igienizzante, affinché Santa Claus – che in teoria dovrebbe avere poteri soprannaturali – possa strofinarsi bene le mani e ripartire in tutta sicurezza. Non stanno uccidendo il virus, solo la fantasia.