Accogliendo la proposta di Tajani, Zingaretti chiede di coinvolgere l’opposizione. Tiepida la reazione della Meloni: «Dialogo, ma non a scatola chiusa»
C’è una legge di bilancio da fare, con la pandemia sullo sfondo. Al governo, quindi, i compiti da fare non mancano. In entrambi i casi, però, esita a coinvolgere i partiti di opposizione. Eppure gli inviti a fare diversamente non sono mancati. Alla richiesta rivolta all’esecutivo dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di collaborare con l’opposizione nella gestione dell’emergenza sanitaria, ne è seguita un’altra. Questa volta è stato il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, a invitare il governo a coinvolgere Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia nella stesura della legge di bilancio, accogliendo la proposta del vice presidente di FI, Antonio Tajani, lanciata su Twitter. «Non bastano appelli formali di Palazzo Chigi. Serve sostanza: bilancio da scrivere insieme con doppio relatore», questo il messaggio dell’esponente forzista. Immediata la replica di Zingaretti: «Credo che sia una buona proposta, da valutare e accogliere coinvolgendo tutte le opposizioni. Su questa sfida è bene che tutti abbiano opportunità di cimentarsi, nella differenza dei ruoli, ma per il bene dell’Italia». Tiepida, invece, la reazione da parte di Lega e Fratelli d’Italia: diffidenti, le due forze politiche aspettano segnali concreti di collaborazione da parte del governo sulla manovra. «Non è ancora arrivata in Parlamento, il dibattito è strozzato. Se metteranno la fiducia, non potremo determinare nulla», ha osservato in conferenza stampa la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, alla quale comunque non mancano le idee, tra cui un pacchetto per le imprese che rischiano di chiudere, che non sono poche, con l’Iva al 50%, i contributi sul lavoro dimezzati e taglio dell’Irap. E ancora: un intervento sui costi fissi – mutui, Tari, affitti, utenze – e l’allargamento dei ristori previsti dai dpcm a tutte le attività che hanno registrato una contrazione degli affari superiore al 33%, abbandonando la «logica dei bonus», perché «deve contare il tipo di perdita, non di attività». «La “supercapigruppo” o “bicameralina” evocata per sedersi finalmente a un tavolo? La capigruppo c’è già. Mentre la cabina di regia permanente in Parlamento che avevo proposto si è riunita due volte…Fico può convocarci quanto vuole, ma il problema è di volontà del governo», ha concluso Meloni.