Ponte Morandi, GdF ha arrestato Castellucci e altri manager Aspi. Attentato alla sicurezza. La tesi dei magistrati è che gli stessi «sapevano della difettosità» di alcune barriere e «della loro pericolosità»

Brutto risveglio stamattina per Autostrade per l’Italia ovvero Aspi. In seguito ad un’inchiesta parallela a quella sul crollo del Ponte Morandi, avvenuta il 14 agosto 2018, la Guardia di Finanza ha eseguito sei misure cautelari nei confronti di tre attuali manager e tre ex dirigenti di Aspi. La tesi dei magistrati è che gli stessi «sapevano della difettosità» di alcune barriere e «della loro pericolosità». Agli arresti domiciliari sono l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci, il direttore delle operazioni Paolo Berti e Michele Donferri Mirella. Stefano Marigliani, direttore del primo tronco Autostrade, ora trasferito a Milano, Paolo Strazzullo, responsabile delle ristrutturazioni pianificate sul Morandi, per l’accusa di non averle mai eseguite, e Massimo Miliani hanno invece subito l’interdizione per 12 mesi. Le accuse ipotizzate nei confronti degli arrestati sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. In particolare, l’ex a.d. di Aspi Giovanni Castellucci, con una lunga carriera nelle aziende della famiglia Benetton, poteva «pilotare i suoi collaboratori, anche indagati, condizionandone le dichiarazioni», secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare. Le agenzie di stampa nel diffondere la notizia hanno riportato il testo di una conversazione intercettata, contenuta nell’ordinanza, nella quale un indagato sottolinea che la resina utilizzata per gli ancoraggi è difettosa e totalmente inefficace: «è incollato col Vinavil», ha detto. Nella stessa conversazione viene sottolineato che «le barriere intergautos non sono a norma di legge». Aspi da parte sua ha “tempestivamente” dichiarato oggi che la sostituzione barriere costerà 170 milioni, spesa non solo a carico della società ma già approvata dal cda ad aprile 2020; attivate inoltre «le procedure previste dal contratto per una immediata sospensione dal servizio» dei due tecnici dipendenti (uno del Tronco genovese e l’altro trasferito presso il Traforo del Monte Bianco) coinvolti nell’indagine della Procura di Genova. Aspi in una nota ha precisato che «valuterà inoltre tutti gli ulteriori interventi del caso a propria tutela sulla base delle risultanze degli atti di indagine». Una tempistica discutibile e che non può compensare la gravità dei fatti emersi a seguito dell’indagine. Entrando nel dettaglio dell’ordinanza del gip si scopre che le barriere fonoassorbenti non vennero cambiate «per evitare le ingenti spese che avrebbe comportato». Le strutture presentavano errori di progetto che mettevano in pericolo la sicurezza degli automobilisti. La resina usata per le barriere fonoassorbenti non aveva il marchio CE ma, come da intercettazione sopra riportata «sono incollate con il Vinavil», mentre altre si sono «sbragate».